Come aiutare i trovatelli che abitano a Chernobyl

Un'iniziativa di Airbnb prevede brevi soggiorni per portare conforto e cibo ai cani. Via alle adozioni

Daniela Uva

Sono un po' più grandi rispetto alla media, secondo alcuni ricercatori avrebbero cominciato ad accoppiarsi con i lupi, ma, nonostante isolamento e difficoltà, sono abbastanza amichevoli e coccoloni. Per questo in tutto il mondo è partita una gara di solidarietà per regalare una casa ai cani scampati al disastro di Chernobyl. Nell'area che circonda il famigerato reattore 4, esploso 33 anni fa non lontano dalla cittadina ucraina, vivono, infatti, ancora decine di esemplari discendenti dagli animali abbandonati intorno alla centrale nel 1986, dopo l'evacuazione dei cittadini. Nel corso degli anni, alcuni di loro sono stati adottati da alcune associazioni animaliste, nonostante la paura che la loro pelliccia potesse trasmettere radiazioni pericolose. Oggi l'allarme sembra rientrato e così da tutto il pianeta di stanno moltiplicando le iniziative per salvarli dal randagismo. L'ultima, in ordine di tempo, è stata battezzata «Dogs of Chernobyl» ed è stata ideata dal colosso degli affitti brevi Airbnb. L'idea è semplice quanto suggestiva: è possibile prenotare un alloggio per le vacanze in Ucraina e al tempo stesso vivere un'esperienza di volontariato per aiutare in prima persona gli animali che vivono nella zona rossa e in quella di esclusione. Gli esperti assicurano che per gli umani non ci sono pericoli: le radiazioni ancora presenti non permettono alla popolazione di vivere in questi territori, ma soggiorni brevi non costituiscono un problema. Secondo le ultime stime, sono almeno 220 gli amici a quattro zampe ancora confinati vicino alla centrale nucleare, mentre sono oltre 750 quelli insediati nella zona di alienazione. Nonostante isolamento e vita all'aperto, questi animali sono rimasti docili e abituati alla presenza dell'uomo. «Amano avvicinarsi, essere nutriti e coccolati», assicurano i volontari che tutti i giorni si prendono cura di loro. Il costo per ogni partecipante è di 349 euro, interamente devoluto da Airbnb al Clean futures fund, l'organizzazione che fornisce assistenza medica ai randagi. Il programma prevede la permanenza nella zona contaminata per un massimo di 11 ore, in gruppi da tre persone. È possibile aderire da adesso a fine marzo. Per chi, invece, voglia cercare di portare un cucciolo a casa è possibile aderire al programma di adozioni promosso proprio dal Clean futures fund, che qualche mese fa ha trasferito alcuni esemplari in altrettante famiglie di New York. A prepararli per l'ingresso in casa è stata Natalia Melnichuk, una volontaria che insegna a questi cani così speciali a non aver paura dell'uomo. A fidarsi, nonostante tutto. «Su questi animali grava uno stereotipo ingiusto e terribile racconta -, quello di essere radioattivi. Ma oggi non è più così. Solo alcuni sono contaminati. E se la contaminazione non ha raggiunto organi interni, nella maggior parte dei casi basta rasarli a zero e disinfettarli».

Ma esiste anche un altro modo per supportare questi amici a quattro zampe. Dal 10 maggio 2017 su GoFundMe è attiva una raccolta fondi. Negli ultimi mesi le donazioni sono sensibilmente aumentate, arrivando a superare i 65mila dollari, circa 58mila euro. Fondi che adesso vengono utilizzati per fornire assistenza medica. Gli esemplari vengono trattati per avvelenamento da radiazioni, ma anche vaccinati contro la rabbia e sterilizzati, in attesa di trovare una famiglia che voglia adottarli. Dal 2017, l'ente no profit ha trattato oltre 850 cani e gatti randagi mentre lo scorso anno è riuscito a trovare casa a 40 cuccioli in altrettante famiglie di tutto il mondo.

Adozioni che ora si spera di incentivare. Anche perché i cuccioli mostrano livelli molto bassi di radiazioni e così, dopo una decontaminazione con disinfettanti specifici, possono essere accolti in casa senza alcun pericolo.

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