Albertoni: «Lo Statuto porti all’autonomia»

«Ora servono i soldi. A Roma si prosegua con la riforma del federalismo»

(...) Professor Albertoni, tutta questa unanimità è dovuta a un’attenuazione dell’autonomia?
«È un documento costituzionale e quindi non si poteva certo impostare a maggioranza. Al contrario, abbiamo perseguito il più ampio consenso, pur nella tutela dei principi di autonomia. Sono contento che anche Rifondazione si sia astenuta».
Le è spiaciuto non avere in aula Formigoni?
«In questo caso il presidente è solo uno degli ottanta consiglieri. Se ci fossero stati problemi di maggioranza capirei la polemica, ma così...».
Ci saranno novità in caso di elezioni anticipate?
«Lo scioglimento del consiglio è inevitabile se il presidente si dimette. È un problema che potrà risolvere solo il Parlamento. Il centrosinistra, che si lamenta tanto, sembra l’abbia scoperto in questi giorni. Eppure sono in maggioranza a Roma».
Qualche ritocco ai costi della politica?
«Non abbiamo seguito l’onda di aumentare il numero dei consiglieri, come invece ha fatto la Toscana. Restiamo a ottanta, il nostro rapporto è di un consigliere ogni 119mila cittadini: tutti insieme costano un euro l’anno a ciascun lombardo.

In più abbiamo eliminato i gruppi composti da un solo consigliere».
Farete in tempo ad approvarlo definitivamente?
«In seconda lettura, a maggio, basterà mezza mattina. Anche se si vota in autunno, il consiglio resta nella pienezza dei poteri».

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