Milano - Indivisibili, due nomi in uno a formare una specie di mantra. E pensare che, lassù in cielo, c’è persino un asteroide che porta il loro nome: si chiama proprio così, Ale & Franz. Un amico astronomo ha pensato all’omaggio, e loro per scherzo già studiano di arredarlo e metterlo in affitto. Alessandro Besentini e Francesco Villa sono ormai delle star del cabaret, tanto da meritarsi il palco d’onore nelle serate speciali di Zelig, un’idea venuta ai timonieri Gino & Michele e Giancarlo Bozzo per tenere vivo il marchio del cabaret show principe in tv e allo stesso tempo dare un meritato spazio ai fuoriclasse di famiglia, oltre la dittatura delle gag da quattro minuti e via. Dopo Enrico Brignano (mattatore in tv nel cuore di settembre) ora tocca a loro, sempre su Canale 5 in prima serata, per due giovedì, domani e l’1 ottobre. La staffetta verrà poi ceduta, per una serata unica il giovedì successivo, all'irresistibile Checco Zalone. A dieci anni esatti dall'esordio a Zelig, una soddisfazione e una consacrazione: Ale & Franz sono, a tutti gli effetti, la storia di Zelig in tv.
Dieci anni dall’esordio nel 1999, oggi fate parte dell’argenteria di famiglia: come e quanto vi ha cambiato Zelig, se vi ha cambiato?
Franz: «Essere protagonisti di queste serate speciali per Zelig ci regala una bella sensazione. Prendi coscienza delle cose fatte. Zelig per noi è stato tutto: una casa, innanzitutto. È stato anche importante partire insieme ad artisti la cui storia era parallela alla nostra, insomma si è cresciuti insieme. La fortuna, e la forza, di Zelig è l’ambiente».
Ale: «Prima di arrivarci un po’ di gavetta ce l'eravamo fatta, e non solo in cabaret ma anche in tv, con Mai Dire Gol e Pippo Chennedy Show. Zelig però ha cambiato tutto: e pensare che all’inizio non riuscivamo a capire nemmeno dove fossero le telecamere...».
Le due serate speciali su Canale 5 saranno l’occasione per proporre un’antologia delle vostre celebri gag, ma anche per proporre qualche novità, giusto?
Franz: «È così. Diciamo che sarà un varietà più che uno show. Sarà uno ieri, oggi e domani di Ale & Franz: torneremo sulla panchina, sulla quale non ci sediamo dal 2005, indosseremo i capellacci noir di Gin & Fizz, ma abbiamo nuove scene: ci vedrete anziani, e poi in attesa in una sala travaglio di un ospedale, addirittura nel Limbo, in attesa di reincarnarci. E ci saranno molti ospiti, ecco perché parlavo di varietà: abbiamo invitato comici e musicisti provenienti da tutto il mondo, dall'America e dalla Germania. Non saranno due ore ininterrotte di Ale & Franz».
Ne avete fatta di strada. È vero che il vostro primo spettacolo finì male?
Ale: «È vero. Eravamo vicino a Vercelli. Ci avevano piazzato in un angolo del locale, nessuno ci ascoltava. Dopo qualche minuto, il proprietario ci ha cacciati: è meglio se tornate a casa, ci ha detto».
E come ci si riprende da cose così?
Franz: «Con la convinzione. E poi andavamo troppo d’accordo».
Come vi siete incontrati?
Franz: «Al Centro Teatro Attivo di Milano, quando ancora era in via Savona, sui Navigli. Corso di recitazione. È stato amore a primo sguardo».
Ale: «Sì, praticamente ci avevano piazzato nello stesso cast. Si allestiva una commedia di Woody Allen, Ombre e Nebbia. Non ci conoscevamo, eppure è finita così: che la scena che dovevamo interpretare insieme, da otto minuti la dilatavamo a venticinque. Il regista impazziva. Vedeva che funzionavamo, però».
L’alchimia era tale che avete mollato i lavori «per bene» che facevate?
Ale: «Sì, io ero meccanico, Franz faceva l’educatore sociale per disabili. Io mi sono deciso prima di lui: ho mollato tutto e ho detto: e ora facciamo ridere».
Franz: «È vero, io ci sono andato più cauto. Poi ha vinto la voglia di non avere rimpianti, una volta invecchiato».
Ale: «Perché lui è quello più preciso...».
Franz: «Forse. Sono anche quello che si è munito prima di computer, archiviavo i nostri numeri con ordine, davo una certa organicità al nostro lavoro...».
Destino amaro per le coppie comiche: vi arrabbiate ancora se il pubblico non sa con esattezza chi è Ale e chi è Franz? Nel 2008 persino la Bignardi alle Invasioni Barbariche non sapeva chi fosse chi...
Franz: «No, ormai ci abbiamo fatto il callo. Se mi chiamano Ale per strada io mi giro senza problemi. Ci hanno confuso con Ficarra & Picone, e con i Fichi d’India: il pubblico televisivo a volte è distratto...».
Ale: «E quelli che storpiano il nome? Una volta un tizio ci ha salutato: ehi, Allianz & Friends. Da delirio».
Siete mai stati vicini alla rottura? Avete tentazioni professionali da single, ad esempio nel cinema?
Ale: «Mai. Per ora si va d’amore e d’accordo, in totale sintonia sulle scelte importanti. Il cinema è qualcosa che consideriamo importante nella nostra carriera, anche se al momento non abbiamo nulla nel cassetto».
Franz: «Potremmo dividerci, temporaneamente, solo se Spielberg chiamasse uno dei due. Ma siccome non è possibile...».
È vero che con la Gialappa’s non fu amore a prima vista?
Franz: «Assolutamente no. Ricordiamo volentieri quell’esperienza a Mai Dire Gol, fu una immensa chance per noi: solo che a quei tempi era un treno che correva a duecento all’ora, c’erano artisti come Luttazzi, Aldo, Giovanni e Giacomo, Bisio, insomma star assolute. Facevamo fatica a tenere quel ritmo. Oggi gestiremmo tutto in modo differente».
Teatro in vista?
Ale:
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.