Alemanno e i nuovi poteri: «Municipi da organizzare come dei piccoli comuni»

Mollicone (An): e i problemi dell’Esquilino: «Negozi gestiti da cinesi sempre vuoti, come fanno a non chiudere?

Daniele Petraroli

«Stiamo cercando di fare tutte le cose più belle in periferia per riequilibrare la città». Con queste parole il sindaco Veltroni inaugurava, venerdì scorso, la nuova biblioteca di Acilia dedicata alla memoria dello scrittore Sandro Onofri. A dargli ragione, tre giorni più tardi, proprio i cittadini romani. Quelli del centro storico, però, zona che versa, a loro dire, in un degrado indegno di una grande capitale europea. «Per contrastare questo stato di abbandono serve un nuovo modo di far politica - spiega il candidato sindaco di An, Gianni Alemanno -. Per prima cosa bisogna assolutamente aumentare le responsabilità e i poteri dei municipi nel quadro di una ridefinizione dei poteri di Roma come città metropolitana “speciale”, quasi fosse una regione a sé. Solo così riusciremo a trasformare i municipi in veri e propri piccoli comuni. Servono, inoltre, regole differenti per i diversi rioni. Ognuno ha una sua specificità da tutelare e valorizzare, dal commercio all’urbanistica. Solo rispettando le loro caratteristiche potremo migliorarli».
I problemi maggiori del centro storico, tanto per non cambiare, quelli del rione Esquilino. In primis l’invasione «dagli occhi a mandorla». I negozi cinesi sono sempre di più e rischiano di sconvolgere del tutto il quartiere di piazza Vittorio. «Innanzitutto non si riesce nemmeno a capire come possano sopravvivere visto che sono sempre vuoti - spiega Federico Mollicone, consigliere di An in I municipio -. Poi sarebbe il caso che si facessero più controlli sui prodotti venduti. Già adesso, invece, con il cambio di maggioranza in Regione si registrano i primi risultati negativi per l’Esquilino. Se la giunta Storace aveva stanziato 4 milioni di euro per sostenere le botteghe storiche, una sessantina in questo rione e una sessantina nell’intero centro storico, il primo atto di Marrazzo, seppure modesto, appena 5 mila euro, è stato il finanziamento di una manifestazione cinematografica cinese promossa dall’associazione Italia-Cina».
«Per le merci avariate e non certificate che denunciano i cittadini dell’Esquilino - continua Alemanno - faremo immediati controlli tramite il ministero che dirigo. Le mafie, poi, vanno combattute con ogni mezzo. Prefetto e questura devono fare di più per controllare il commercio cinese. La situazione dell’Esquilino è particolarmente delicata. Il rischio del degrado urbano non riguarda solo le periferie evidentemente. Se continua così tra 10 anni ci troveremo una Chinatown nel cuore di Roma».
Discorso simile per i marciapiedi di via Merulana. Realizzati con quattro anni di ritardo, anch’essi vengono dall’estremo oriente, il Vietnam questa volta. «Paese in cima alla black list di Amnesty International per le esecuzioni capitali - continua Mollicone -. Evidentemente è solo una facciata la battaglia di Veltroni contro le pena di morte. Senza contare che il basalto vietnamita, costato un milione di euro, è di pessima qualità e molto scivoloso».


Ma i residenti dell’Esquilino guardano anche a problemi pratici di tutti i giorni, dalla mancanza di posti auto, a un centro anziani inadeguato. Questioni valide, purtroppo, anche per altri rioni del centro capitolino, da piazza Indipendenza al rione Monti. Se continua così, forse, in molti rimpiangeranno di non abitare ad Acilia.

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