Allegri, dopo Ancelotti e Leonardo: sempre Ronaldinho è il problema

Carletto lo mise da parte meritandosi qualche censura da Arcore. Le incomprensioni con Leonardo furono determinate dal ruolo trovato al brasiliano. Ora il tecnico proveniente da Cagliari promette di farlo giocare tre-quartista. Ma non sarà così facile

Allegri, dopo Ancelotti e Leonardo: sempre Ronaldinho è il problema

ALa spina nel fianco di Allegri è Ronaldinho. Tanto per cambiare. Messo da parte da Ancelotti, il “gaucho” divenne triste e solitario e in quella condizione raccolse la solidarietà del premier che su Ronaldinho aveva puntando investendo soldi e carisma personale. Il re di Londra e della premier league non si lasciò influenzare dai messaggi provenienti da Arcore: aveva Kakà e un sistema collaudato, con quelli centrò il terzo posto vincendo a Firenze l’ultima partita, il 31 maggio. Persino Leonardo, brasiliano come lui, e sempre disposto a perdonargli qualche scappatella e a valorizzarne il talento, ne è rimasto “scottato”. Non perché, come Ancelotti lo lasciasse ai margini del Milan ma per l’utilizzo fatto durante la stagione. Invece che tre-quartista, suggeritore delle punte cioè, secondo le indicazioni del presidente, Leonardo l’ha lasciato incantare la platea a sinistra, su una mattonella di erba, esponendo però tutti gli altri ai contropiedi altrui. Di qui i contrasti e quell’aggettivo, “testardo” risuonato più volte a Milanello. Adesso tocca ad Allegri. Al giovane, rampante allenatore, livornese di origine, sacchiano di scuola calcistica, pronto a raccogliere l’eredità e a misurarsi con un grande club che ha ridotto in modo drastico investimenti e aspettative. L’arrivo di Allegri non ha incantato la platea rossonera. “Il miglior acquisto del Milan è la partenza di Mourinho” la battuta che ha preso a circolare da sabato sera, quando la presentazione ufficiale di Allegri ad Arcore, ha coinciso col trionfo interista a Madrid. Allegri avrebbe promesso di misurarsi volentieri con lo schema di Ronaldinho tre-quartista. È abituato a farlo anche a Cagliari dove in quel ruolo ha utilizzato Cossu, lo stagionato ragazzo sardo scoperto anche da Lippi durante la preparazione al Sestriere per il mondiale in Sud-Africa. Ma un conto è Cossu, un satanasso di uno, sempre in movimento, un conto è Ronaldinho dal passo cadenzato e senza più stimoli a disposizione (col mondiale alle spalle cioè). Anzi con un contratto in scadenza e la consapevolezza che non può certo aspettarsi un trattamento economico da grande stella. Perciò alla fine, per il Milan, più che interrogarsi sullo staff che sorreggerà Allegri (Bassotti è una pedina fondamentale), bisognerà capire quale sarà il regalo promesso da Silvio Berlusconi nella serata degli sponsor a villa Gernetto. Perché diventerà l’unico gioiello a disposizione col quale dar vita a un’altra stagione di tormenti e anche di lamenti.

Specie se confrontati con il cammino del diretto rivale, destinato tra Montecarlo (27 agosto) e Dubai (mese di dicembre) per sferrare l’attacco agli altri due trofei, supercoppa d’Europa e mondiale per club, che mancano alla bacheca di casa Moratti.

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