La funzione visiva è fondamentale per l'autonomia e le relazioni personali dell'individuo. Le malattie della vista hanno un impatto individuale e sociale rilevante. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che nel mondo ci sono 161 milioni di persone con gravi problemi della vista e 124 milioni sono ipovedenti. É un problema per la sanità mondiale.La prevenzione della cecità e delle disabilità rappresentano una grande sfida che impegnerà il mondo medico nei prossimi anni.
Esperti dell'area oftalmica e rappresentanti delle istituzioni si confrontono costantemente sulle misure di prevenzione da adottare e sui percorsi diagnostico-terapeutici da compiere. Nei giorni scorsi a Roma si è tenuta nella biblioteca del Senato una tavola rotonda che ha affrontato il tema del «Management clinico delle malattie della vista tra appropriatezza prescrittiva, innovazione e sostenibilità». All'incontro, supportato da Novartis, hanno partecipato oltre a numerosi oftalmologi, il ministro della salute Renato Balduzzi, il senatore Ignazio Marino, Philippe Barrois di Novartis, Mario Stirpe della commissione di prevenzione della cecità del ministero della salute.
La prevenzione può allontanare le malattie. Il comportamento personale incide sulla nostra salute per il 40%, ricorda Umberto Veronesi. Una alimentazione equilibrata consente di mantenere il corpo in buona salute fornendo all'organismo i nutrienti di cui ha bisogno per il suo funzionamento. Ne è convinto il dottor Lucio Buratto, nel suo volume «Occhio e nutrizione», ha ricordato che negli alimenti si trovano le sostanze utili per rinnovare e proteggere le cellule. «Una alimentazione non appropriata con insufficienti minerali, vitamine, fibre, antiossidanti, pone a rischio anche l'attività visiva quotidiana», ricorda Buratto, l'oculista che ha dedicato tutta la sua vita alla visione, oggi dirige a Milano il Centro Ambrosiano Oftalmico (office@buratto.com). Ha scritto oltre 50 tra libri e trattati dedicati alla visione, tra questi «La vista umana», un viaggio nel mondo della luce, dell'occhio e della visione. «Nutrirsi bene - afferma Buratto - vuol dire amarsi. I nostri occhi devono poter trarre beneficio da una alimentazione appropriata. Il cristallino è molto sensibile al danno ossidativo perché le sue proteine non vengono sostituite. L'invecchiamento del cristallino comporta l'insorgenza della cataratta, favorita da fumo, diabete, esposizione alla luce UV. Lo stress ossidativo sui lipidi e proteine gioca un ruolo importante in questo processo. L'epitelio pigmentato retinico è una struttura che consente il passaggio degli elementi nutrizionali diretti ai fotorecettori e ne fagocita il segmento esterno consentendone il rinnovamento. Anche la quantità di pigmento maculare dipende dall'alimentazione. Se la dieta è privata di caratenoidi si rischia la perdita del pigmento maculare cui conseguono difetti dei coni per deterioramento delle membrane cellulari».
Nell'occhio la più comune via al danno ossidativo è determinato dalla fotochimica. L'energia luminosa, soprattutto quella ultravioletta, può contribuire inoltre ai processi per ossidazione ed al danno delle cellule. «Un importante meccanismo nello sviluppo della cataratta è il danno ossidativo prodotto dal particolare metabolismo del glucosio nel cristallino. L'invecchiamento è collegato al danno ossidativo e probabilmente ne è una conseguenza. La degenerazione maculare senile - aggiunge Buratto - rappresenta la maggior causa di cecità per coloro che hanno più di 55 anni.
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