
Come la Grecia. Settembre 2015, piazza Syntagma messa a ferro e fuoco da studenti e black bloc. Settembre 2025, Les Halles chiusa per "Bloquons tout", l'imponente protesta contro Emmanuel Macron e il nuovo governo di Sebastien Lecornu finita con una pioggia di lacrimogeni. È Parigi ma sembra Atene. Mentre il nuovo primo ministro si insediava a Matignon dopo il voto di sfiducia dell'Assemblea nazionale contro François Bayrou, la piazza fremeva a causa di 550 manifestazioni e 262 blocchi stradali per rivendicazioni che ruotano non solo attorno a salute e istruzione, ma a dimostrazione di una totale sfiducia nei confronti dell'Eliseo.
I numeri: 473 fermati in tutto il Paese, 203 nella sola Capitale, in cella hanno trascorso la notte 339 manifestanti, 106 a Parigi, tredici gli agenti feriti, 175mila partecipanti secondo il ministero dell'interno (ma forse sono stati 250mila) tra cui 80mila studenti, un ristorante a Les Halles avvolto dalle fiamme, assieme alla facciata di un edificio nel centro di Parigi, forse per l'involontario intervento della polizia, come ammesso dal procuratore di Parigi. Lo scontro più aspro si è verificato alla Gare du Nord, dove manifestanti e gruppi di black bloc infiltrati si sono scontrati con i poliziotti: stazione ferroviaria chiusa e traffico in tilt. A Chatelet si sono uniti alla marcia anche i vertici della sinistra francese, Jean-Luc Mélenchon, Mathilde Panot e Manuel Bompard.
I maggiori disagi sono stati per pendolari e lavoratori: il traffico ferroviario è stato interrotto a causa dell'occupazione dei binari a Cherbourg e Valence, segnalati inoltre tentativi di intrusione nella Gare du Nord di Parigi e vari "atti dolosi". Circa 130 scuole superiori sono state chiuse.
Non solo Parigi. A Nantes sono stati incendiati alcuni cassonetti dell'immondizia dinanzi all'ospedale cittadino. A Marsiglia balletto di numeri: 8.000 per la polizia, 13.000 per gli organizzatori. Molti commercianti hanno scelto di chiudere i battenti per evitare danni alle vetrine. A Lille hanno marciato contro Macron tutte le fasce sociali, comprese le classi medie e professionisti: il raduno è stato chilometrico. A Nizza stazione ferroviaria chiusa per più di due ore, con le proteste di centinaia di manifestanti (che soffiavano bolle di sapone contro la polizia, come anche a Tolosa) scandita dagli slogan di un gruppo rock che cantava a squarciagola "Macron, démission". Pavel Durov, fondatore di Telegram, si è detto "orgoglioso" che il suo social network venga utilizzato dai manifestanti che criticano le "politiche fallimentari" di Emmanuel Macron. "Dopo essere stati trascurati per otto anni, la gente è stufa di dichiarazioni pubbliche vuote e atteggiamenti ipocriti", ha scritto su X.
Soddisfatti i leader del sindacato CGT secondo cui migliaia sono stati gli scioperanti negli ospedali, almeno 10.000 nel Dipartimento delle Finanze Pubbliche, il 25% nel settore del trasporto ferroviario.
Per il sindacato il successo della mobilitazione di ieri conferma "l'esasperazione sociale del Paese nei confronti del Presidente della Repubblica e della strategia di forza permanente dei datori di lavoro". Si replicherà tra una settimana e gli organizzatori promettono numeri maggiori. Come la Grecia.