Si tratta di un gruppo di diciotto laici dellAzione Cattolica spagnola della zona di Valencia, uccisi dai rojos nel 1936. Ecco i loro nomi: Alonso Gutiérrez, padre di sei figli, era un impiegato postale. Marino Blanes Giner, cinque figli, impiegato di banca. Josemaría Gorbín Ferrer, ventidue anni, studente universitario di chimica. Carlos Díaz Gandía, ventinove anni, vedovo e padre di una bimba. Salvador Damián Garés, vedovo e con cinque figli. Ismael Escrihuela Esteve, trentaquattro anni, contadino, tre figli. Juan Bautista Faubel Cano, tre figli, prima di essere ucciso fu a lungo torturato. José Ramón Ferragud Girbes, sindacalista, otto figli. Vicente Galbis Gironés, avvocato ventiseienne, vedovo e con un figlio. Juan Gonga Martínz, ventiquattro anni, catechista. Carlos Lopez Vidal, sagrestano. José Mendes Ramón Ferrís, sindacalista, fu ucciso insieme ai due carmelitani e alla suora a cui aveva offerto rifugio. Pablo Meléndez Gonzalo, avvocato, giornalista, consigliere comunale e padre di dieci figli, il maggiore dei quali fu ucciso con lui. José Perpina Nácher, venticinque anni, avvocato e sindacalista della polizia rurale, assisteva gratuitamente i poveri. Arturo Ros Montalt, trentacinque anni, sindacalista, sei figli, fu gettato vivo in una fornace di calce bollente.
Pascual Torres Lloret, imprenditore, cinque figli, nel tempo libero assisteva i lebbrosi; quattro volte arrestato, la quinta fu ucciso. Manuel Torró García, trentaquattro anni, costruttore e sindacalista. Josemaría Zabal Blasco, funzionario delle ferrovie, trentotto anni, padre di tre figli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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