Un’altra vittima: romena aggredita da quattro rom minorenni al Lido. Il Comune chiede processi per direttissima e di costituirsi parte civile contro gli aguzzini Stupri, ecco il piano per difendere la città Nuove telecamere, radiobus sotto casa, incenti

Tra le proposte un tendone per le attività in Centrale

Sabrina Cottone

Non si placa l’allarme violenze e Palazzo Marino si prepara a varare un pacchetto di misure per la sicurezza che saranno presentate domani in prefettura durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Ieri una ragazzina romena di quattordici anni è stata aggredita in una cabina del Lido di Milano da quattro giovani rom, due dei quali di appena dodici anni. La ragazza è riuscita a fuggire, ma la paura si diffonde tra le donne. Tanto più che i dati della Mangiagalli e della prefettura parlano di un aumento di violenze sessuali che coinvolgono immigrati, sia come stupratori che come vittime.
Letizia Moratti, appena rientrata a Milano, ha riunito una mini giunta e discusso del tema con Enrico Letta, e sindaco e sottosegretario alla presidenza del Consiglio si sono trovati d’accordo nel definire la sicurezza una priorità che sarà affrontata durante le riunioni del Tavolo per Milano. La questione (già discussa con il premier, Romano Prodi, durante il primo vertice del Tavolo) sarà al centro di un incontro tra il sindaco e il ministro dell’Interno, Giuliano Amato. Durante la riunione di ieri a Palazzo Marino tra sindaco e assessori si è insistito sulla necessità di chiedere al governo di aumentare le forze dell’ordine sul territorio, calcolando le necessità della città non solo sul numero degli abitanti ma anche su quello dei pendolari e degli altri city users. Tra le altre richieste per Roma il processo per direttissima agli stupratori e la possibilità per il Comune di costituirsi parte civile contro gli stupratori.
Il Comune ha allo studio anche numerose misure locali per la sicurezza. Tra i progetti incentivi fiscali (tassa sulle insegne, Ici, Tarsu) ai negozianti che prolungheranno l’orario di apertura e illuminazione notturna delle vetrine, da realizzare attraverso accordi con l’Aem. La telesorveglianza aumenterà e l’obiettivo è di arrivare a mille telecamere. Si è discusso di accordi con tassisti e con l’Aem per studiare forme di accompagnamento delle donne fin sotto casa in taxi e radiobus. È allo studio la costruzione di maxitendoni alla Stazione Centrale nei quali organizzare convegni e attività ludiche. Presenti alla riunione il vicesindaco con delega alla sicurezza, Riccardo De Corato, i responsabili di Politiche Sociali, Mariolina Moioli, Salute, Carla De Albertis, Arredo urbano Maurizio Cadeo, Turismo, Massimiliano Orsatti e Casa, Gianni Verga, insieme con il comandante della Polizia locale Emiliano Bezzon e l’assessore ai Trasporti, Edoardo Croci, in collegamento telefonico.
Non sono tranquillizzanti i dati forniti dalla prefettura (che li ha confrontati con quelli della Clinica Mangiagalli), secondo i quali è in aumento il numero di violenze sessuali in cui sono coinvolti stranieri. Diversamente dal passato, negli ultimi anni le violenze sono compiute prevalentemente da immigrati a danno di immigrate, per lo più irregolari. Così non è confortante nemmeno il dato che vede sostanzialmente stabile il numero di violenze sulle donne negli ultimi due anni a Milano.

«Mi fa piacere apprendere che la Clinica Mangiagalli escluda l’esistenza di un’emergenza nel campo delle violenze sessuali» osserva comunque il prefetto, Gianvalerio Lombardi.
Ma fuori dalla riunione ufficiale, arriva la proposta dell’assessore Carla De Albertis, di An: «In situazioni di emergenza, come quelle di Milano e Brescia, si può chiedere anche l’intervento dell’esercito».

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