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Brignone, Vittozzi & C. lo sport che si abbraccia. E da Martusciello una lezione

Un weekend oltre la rivalità. Le azzurre dello sci con le rivali oltre la vittoria e la sconfitta. Il vice di Sarri permette ai giocatori di dimostrare di non aver tradito. Poi rifiuta le offerte per restare

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Emilia è ancora amica di Gaia: era maggio dell`anno scorso quando nella finale per il titolo italiano Under 23 di fioretto non ha approfittato di un suo infortunio, preferendo perdere l`incontro. «Non esiste modo per ringraziarla», disse Gaia dopo averla abbracciato a lungo in pedana. O forse sì: dimostrare che anche nello sport di alto livello si può essere normali.

Di quell`incontro poi ne hanno fatto pure una pubblicità, per esaltare la straordinarietà di quanto accaduto. Eppure: è davvero impossibile essere gentili anche quando in palio c`è qualcosa di grande? La risposta è arrivata in un weekend con gesti da libro cuore, o quantomeno fatti da persone che pensano che nella vita vittorie e sconfitte non debbano essere un motivo per mancare di rispetto. Su tutto c`è il rapporto tra Sinner e Alcaraz, di cui si è ampiamente detto. Ma non è stato solo quello il momento bontà che ha fatto il giro di discipline e continenti, neanche fosse stata un`Olimpiade della dolcezza.

Sempre nel tennis, per dire, Nuno Borges ha restituito un punto della finale del Challeger di Phoenix a Berrettini, ingiustamente punito dal malfunzionamento del giudice di linea elettronico. Persino l`arbitro, che aveva confessato di aver visto dentro il servizio di Matteo, non si è sentito di cambiare la decisione, e così ecco che il portoghese è intervenuto per fare giustizia: «Non c`è niente di anormale in questo, non sarei stato in grado di andare avanti serenamente». Poi ha vinto, e forse non a caso. Ed è la stessa serenità che ha reso più candida la neve delle campionesse di sci alpino e di biathlon, cominciando da Saalbach dove Federica Brignone vince lo slalom gigante ma perde la coppa di specialità, andata insieme a quella generale a Lara Gut Berhami. Un trionfo dell`altra festeggiato con un abbraccio stupendamente sincero: «Io non ho mai mollato, lei però ha fatto la stagione perfetta». Poi, l`altro abbraccio, è arrivato dalla norvegese Ingrid Tandrevolt quando ha raccolto al traguardo della Mass Start di Canmore Lisa Vittozzi, la rivale diretta che l`ha battuta nella classifica finale di Coppa del Mondo: con l`italiana stremata sulla neve, le è corsa incontro, le ha sganciato gli sci e si è stretta a lei per farle i complimenti.

Già, dite voi, cose che nel calcio non succedono. Però pensate a Giovanni Martusciello, vice del dimissionario Sarri, che resta alla Lazio qualche giorno per dar tempo alla società di trovare un nuovo tecnico e ai giocatori di dimostrare di non aver tradito. La squadra vince, la società gli offre un nuovo lavoro da dirigente, ma lui rifiuta a posto e contratto: «Torno a Ischia, la mia vita è il campo. E aspetto che Maurizio mi chiami di nuovo».

Non ha più una panchina, ma almeno dategli uno spot.

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