Il volo infinito di Duplantis: il salto con l'asta diventa arte

Quattordicesimo record mondiale dello svedese: abbattuto il muro dei 6,30 metri

Il volo infinito di Duplantis: il salto con l'asta diventa arte
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Oro, record e un Mondo di emozioni. Nel cielo di Tokyo c'è ancora Armand Duplantis, protagonista di un bacio scenografico alla fidanzata tra le note di Gimme Gimme Gimme degli Abba e i genitori che lo applaudono felici di averlo indirizzato all'asta a soli tre anni. Sono le 22.48 giapponesi quando ai Mondiali di atletica il fuoriclasse svedese entra nella stratosfera superando i 6,30 metri. Poi arriva il boato assordante in tutto lo stadio olimpico pieno di luci e colori. Gli altri due medagliati sono i primi ad abbracciarlo: il greco Karalis (argento con 6,00m), che a un certo punto si trasforma in aiutante tenendogli un ventilatore per alleviargli il caldo, e l'australiano Marschall (bronzo, 5,95).

L'umidità della capitale giapponese non frena lo slancio di Mondo Duplantis, che si porta a casa il terzo oro mondiale di fila. Quattro anni fa qui saltava nel vuoto: la sua prima vittoria olimpica arrivò in piena era Covid. Stavolta Duplantis ha chiesto l'applauso del pubblico prima del suo ultimo tentativo rimasto con cui si migliora di un altro centimetro e che gli vale il primato del mondo numero 14. Dopo averlo realizzato, corre a baciare la fidanzata Desiré Inglander, modella svedese di 23 anni. Lui è sempre più innamorato di lei e lei non perde occasione per celebrare le imprese di Armand su Instagram, dove è seguita da oltre 750mila followers. Presto si sposeranno e Armand intanto si è già pagato le spese delle nozze: incasserà 170.000 dollari tra titolo e record mondiale. «Non ho parole, mi sono divertito a Tokyo nelle ultime settimane. Sentivo che l'unico modo per lasciare il Giappone era migliorare il primato del mondo. Sapevo di averlo dentro di me». Duplantis vuol dire spettacolo.

«Armand ha stravolto tutti i parametri. Può arrivare a 6.40 e la sua dote principale è la velocità, che gli altri atleti si sognano, non c'è un termine di paragone con lui» sottolinea Andrea Giannini, responsabile azzurro dell'asta. Anche il documentario su questo prodigio si intitola Born to fly, nato per volare. Da quando papà Greg, ex astista americano, gli ha costruito una pedana nel giardino di casa coinvolgendo anche la sorella minore Johanna.

Con l'attrezzo in mano fin da quando ha imparato a camminare: così ha perfezionato la sua arte, perché di questo si tratta, sotto lo sguardo di sua madre svedese Helena, di cui prenderà la nazionalità sportiva, sua allenatrice insieme al padre con i quali vive in Louisiana. Ma è la Svezia si gode il suo magico Mondo.

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