Amnistia, dopo il corteo primo round alla Camera

Il Parlamento valuterà solo l’orientamento dei partiti

Amnistia, dopo il corteo primo round alla Camera

Marianna Bartoccelli

da Roma

Dopo la marcia di Natale organizzata dalla Rosa nel pugno e voluta soprattutto da Marco Pannella, oggi tocca alla Camera esprimersi sull’ipotesi di amnistia e indulto, o almeno su quell’ormai famoso «atto di clemenza per i detenuti», invocato anni fa da Papa Wojtyla in visita a Montecitorio.
L’assemblea straordinaria è stata convocata dal presidente Casini su richiesta di 207 deputati che hanno sottoscritto un documento fatto girare dal deputato della Margherita Maurizio Giachetti. Incassato il successo di una manifestazione che il giorno di Natale, malgrado la pioggia, ha visto più di un migliaio di persone scivolare per le vie di Roma e fermarsi davanti ai Palazzi delle istituzioni, da Regina Coeli al Quirinale, Pannella, i radicali e i socialisti della Rosa del Pugno vanno oggi all’attacco dentro l’aula di Montecitorio. Anche se certamente non si arriverà ad alcun provvedimento, l’assemblea di oggi servirà a verificare quale disponibilità esiste tra i vari partiti per approvare prima della fine della legislatura un atto che vada in questa direzione.
I sostenitori dell’amnistia arrivano in aula con due adesioni di rilievo: quella di Silvio Berlusconi, lanciata alla conferenza di fine d’anno e quella di Massimo D’Alema che, inaspettatamente, ha partecipato al corteo di domenica, insieme ad un buon gruppo di diessini: da Massimo Brutti a Cesare Salvi a Lanfranco Turci. Ma certamente peseranno nel dibattito di oggi anche le altre adesioni significative alla Marcia di Natale: non solo quella annunciata e partecipata del presidente Cossiga, di Emanuele Macaluso, di Giuliano Ferrara, di Don Antonio Mazzi e Don Andrea Gallo, di Vittorio Sgarbi e Gianni De Michelis, di Fausto Bertinotti e Paolo Cento, di Massimo Teodori e Luigi Crespi e ovviamente di tutto il gruppo dirigente dello Sdi-Rosa nel pugno da Boselli a Del Turco a Intini. Ma anche quella del ministro delle Pari opportunità, Stefania Prestigiacomo.
Si arriva in aula anche dopo uno scontro molto duro tra Pierferdinando Casini e Marco Pannella. Il leader radicale ha infatti accusato il presidente della Camera di aver convocato la seduta (che dai 207 firmatari era stata chiesta per il 29) per questa mattina alle 9,30 con il «manifesto calcolo, malizioso e disonesto, di risolvere la seduta in una buffonata». E in un’apposita conferenza stampa convocata ieri pomeriggio ha annunziato che l’intero gruppo della Rosa nel pugno sarà presente con i suoi deputati dello Sdi pronti a mettere sul tappeto una serie di questioni procedurali. Prima fra tutte quella relativa all'articolo 62 della Costituzione secondo cui «quando si riunisce in via straordinaria una Camera è convocata di diritto anche l'altra». Nel corso della conferenza stampa, Pannella ha anche annunciato un «presidio» fuori dall’aula e la presenza di molti nell’emiciclo di Montecitorio nei posti riservati al pubblico. Per la leader dei radicali, Emma Bonino, la seduta d’aula di oggi «dovrebbe servire a fare assumere le proprie responsabilità alla Camera». E di responsabilità parla anche il presidente Casini che in visita ieri alla Comunità di Don Gelmini, commenta la Marcia di Natale: «La piazza va rispettata ma è il Parlamento che deve decidere e legiferare». Ed aggiunge: «Ho convocato la Camera il 27 perché ciascuno si assuma le proprie responsabilità». Sottolineando che «niente sarebbe più intollerabile che suscitare aspettative nella popolazione carceraria senza realistiche possibilità di soddisfarle». Di impossibilità a realizzare qualcosa «ad un mese dalla fine legislatura e per mancanza di reale volontà politica» parla anche Clemente Mastella.
Per quanto riguarda la Cdl, Maurizio Gasparri annuncia il no di An a qualunque forma di amnistia, mentre paiono diversificate le posizioni della Lega. Alla riunione a casa di Bossi il 24 mattina, il leader del Carroccio non è apparso contrario, così anche il ministro Calderoli. Il no più convinto è arrivato dal ministro di Giustizia, Roberto Castelli e dal ministro Maroni.

Si dichiara possibilista l’avvocato forzista Carlo Taormina che oggi in aula presenterà una serie di emendamenti che intendono mediare tra le varie posizioni, mentre il presidente della commissione giustizia, Gaetano Pecorella spiega che se l’aula si orienterà a favore dell’amnistia «è pronto l’ufficio di presidenza della commissione per riaprire il termine per la presentazione degli emendamenti al testo fermo in commissione dal 2003» e che prevede solo l’indulto. Così è possibile andare in aula e votare entro gennaio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica