Roma

Amore sacro e profano, i due volti di Odette

Fino al 14 in scena «Il lago dei cigni» nella versione di Lev Ivanov e Marius Petipa

È passato più di un secolo dalla sua creazione, ma il fascino del «Lago dei Cigni» continua a incantare la città eterna. Saranno le atmosfere nordiche, le profonde sinfonie del libretto di Ciaikowskij o la grande maestria degli artisti. Neanche la notte stellata di San Lorenzo ha fermato il numeroso pubblico che è accorso alle Terme di Caracalla per la prima del balletto, in scena fino a domenica.
Nel corso degli anni il capolavoro tardo romantico di Ciaikowskij è stato oggetto di numerose sperimentazioni. In queste sere, va in scena, però, la versione coreografica tradizionale di Lev Ivanov e Marius Petipa, ripresa da Galina Samsova. Furono proprio i due coreografi, simbolo del balletto russo, a trasformare in un capolavoro uno spettacolo che al suo debutto, nel 1877, fu un clamoroso insuccesso.
Dopo Svetlana Zakharova, Irina Dvorovenko e Larissa Ponomarenko è stata Svetlana Lunkina, prima ballerina del Teatro Bolshoi di Mosca, a cimentarsi nel doppio ruolo di Odette-Odile, per la prima volta sul palco delle Terme di Caracalla. Dietro i suoi passi perfetti si incarna la grazia evanescente della donna-cigno, l’eroina romantica per antonomasia. Nella parte del principe Siegfried, invece, hanno avuto pieno risalto le doti da vera étoile di Andrian Fadayev, l’altra anima del teatro russo, quello di Marinskij di San Pietroburgo. Il pubblico romano aveva già avuto l’occasione di apprezzare nei mesi scorsi la grande maestria e la tecnica impeccabile di Fadayev nel «Gala Balanchine» e nella «Bella addormentata nel bosco». Nelle vesti sfavillanti della regina madre Carla Fracci, direttrice del corpo di ballo dell’Opera.
L’intera vicenda amorosa tra la bella Odette, trasformata in cigno da Rothbart, e il principe Siegfried, si snoda seguendo la classica trama degli equivoci. Il perfido mago tenta di ingannare il giovane innamorato presentandogli la figlia Odile, nelle sembianze di Odette. In un famosissimo passo a due si compie il gioco della seduzione e il tradimento del principe che, solo dopo aver scoperto l’inganno, chiede perdono alla sua amata. Sconfitto l’incantesimo con il sacrificio della morte, le anime dei due amanti si ricongiungono in eterno.
Una fiaba incentrata sul tema dello sdoppiamento. Il cigno bianco e il cigno nero, due volti a specchio della stessa donna: Odette amore sacro e Odile amor profano. Proprio in questo contrasto, nella scelta stessa del costume cromaticamente opposto, risiede la genialità di Marius Petipa. Odile, in tutù nero lumeggiato d’argento, è grintosa, seduttiva, diabolica. Ai suoi vorticosi salti e fouettè si contrappongono i romantici developpés e promenades di Odette, lunare e leggera come un soffio. Il suo corpo flessuoso, dalle linee così estese, incarna il lirismo dell’adagio.
Svetlana Lunkina e Andrian Fadayev chiuderanno la serata di domenica. Questa sera si esibiranno, invece, le due etoiles del Teatro dell’Opera, Laura Comi e Mario Marozzi.

Domani la neozelandese Lisa-Maree Cullum in coppia con lo spagnolo Igor Yebra.

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