Anarchici contro la Folgore: bomba ferisce parà

Un pacco bomba a Livorno, al capo di Stato Maggiore della Brigata Folgore, che nell’esplosione ci rimette cinque dita e forse anche la vista. Un altro al direttore del carcere greco di Korydallos (pacco intercettato senza danni). Un terzo, infine, recapitato negli uffici della Swissnuclear (la Federazione dell’industria nucleare svizzera), a Olten (due feriti).
Un giorno di ordinaria follia anarchica, sospettano gli inquirenti. Come accadde già sul finire dell'anno scorso, quando nel mirino finirono le ambasciate di Belgio Messico e Olanda in Grecia e quelle di Grecia Svizzera e Cile a Roma. Identica la dinamica, altrettanto spregevoli e codardi questi nichilisti (se son loro) che non rischiano nulla e affidano i loro bocconi avvelenati al postino. Una caserma dei paracadutisti in Italia, un carcere in Grecia, la Confindustria nucleare svizzera. Come dire: lotta alla repressione (i carabinieri, i «carcerieri») e agli apprendisti stregoni delle «multinazionali atomiche». E la regia? Roba italiana, sospettano gli investigatori.
Sarebbe dunque per colpa di una banda di fessi di borgata, che scegliendo bersagli all'estero pensa di darsi un tono sovranazionale (in fondo bastano i soldi del francobollo), che il tenente colonnello Alessandro Albamonte, 41 anni, è finito ieri all'ospedale, con ferite gravi. L'ufficiale era nel suo alloggio della caserma «Ruspoli», a Livorno, sede del Comando Brigata Paracadutisti Folgore. L'ordigno era contenuto in una di quelle buste imbottite, comunemente usate per la spedizione di oggetti fragili o che comunque si intendono salvaguardare. La rivendicazione era sullo stesso plico esplosivo: Fai, Federazione anarchica informale. La moglie ha udito la deflagrazione mentre era al telefono con un collega del marito, che era nella stanza a fianco. Intanto ecco cinque dita perse: tre di una mano, due dell'altra. Ferite al volto, la fiammata che gli investe gli occhi, altre ferite al torace. Erano da poco passate le 16 quando il colonnello Albamonte si è ritrovato quella busta sulla scrivania, in ufficio.
Fonti dei servizi segreti sostengono che è quasi certo il legame tra l'attentato di Livorno e gli altri due attacchi di cui si è detto: la lettera bomba spedita alla Swissnuclear che ha provocato due feriti a Olten e il plico esplosivo destinato al direttore del carcere greco di Korydallos, spedito da Firenze e disinnescato prima che esplodesse. Legame che esce rafforzato dai contatti già evidenziati in passato tra gli anarchici italiani, greci e svizzeri. La Fai è una sigla ormai diventata famosa: è responsabile di decine di attentati con pacchi bomba tra cui quelli spediti a Natale alle ambasciate di Svizzera, Cile e Grecia in Italia. E nell’ultima relazione del Dis, relativa al 2010, trasmessa dal governo al Parlamento l’intelligence paventa il pericolo di una recrudescenza legata al mondo anarchico. La lettera «greca», affrancata con francobolli italiani (mittente Eurofor, Forza europea d'intervento rapido, Firenze) è stata intercettata dal rilevatore di esplosivi della prigione. Ed ecco anche il filo rosso che lega gli ambienti anarchici italiani e greci: nel novembre dello scorso anno un gruppo anarchico greco che ha questo po' po' di denominazione: «Cospirazione delle cellule di fuoco», ha rivendicato l'invio di una serie di pacchi bomba ad ambasciate straniere e a dirigenti europei (il presidente francese Sarkozy era nel mazzo) provocando un allarme tra i postini di mezza Europa. Una decina di membri dei «cospiratori» è attualmente detenuta nella prigione di Korydallos. Da cui il pacco bomba al direttore dello stabilimento.

La connessione tra anarcoinsurrezionalismo e lettere al plastico compariva nella recente Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza, trasmessa dal Dis al Parlamento. Un'informativa in cui l'anarcoinsurrezionalismo di matrice italiana, si diceva, punta sulla «personalizzazione» delle minacce e sulla «proiezione internazionale della lotta». Vecchie idee, attuate con vecchi metodi.

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