da Glasgow
Non annuncia la formazione, né lancia proclami. Si rifiuta di fare previsioni, e non cade nelle provocazioni dei giornalisti. Ma durante lultima conferenza stampa nel ritiro di Loch Lomond una promessa, perentoria nella sua fierezza, è uscita dalla bocca di Alex McLeish, il Ct della Scozia. «Sappiamo che possiamo perdere e nessuno più di noi ne resterebbe deluso. Ma sono certo che i miei ragazzi faranno di tutto perché lItalia sia costretta a disputare una partita difficile, la più difficile possibile». È riassunta tutta qui, in questa dichiarazione, la vigilia scozzese: la consapevolezza della maggior forza degli avversari, loccasione storica, la coscienza dei propri progressi, le rinnovate ambizioni. Fiducia e speranza.
Orgoglio e rispetto. «Cè la massima convinzione tra i miei giocatori. Non abbiamo paura di fallire. Possiamo anche non vincere, ma di certo non ci rassegneremo fino al triplice fischio finale. Siamo cresciuti moltissimo nellultimo anno, abbiamo acquisito la mentalità necessaria». Maturità e qualità che consentono a McLeish di vivere una vigilia senza ansie, al riparo dal clima di entusiasmo collettivo che si respira per le vie di Glasgow. «Sono contento e orgoglioso che gli scozzesi dimostrino di apprezzare quanto fatto finora da questa squadra. Siamo veramente fortunati a vivere una simile sfida. Chi mai lavrebbe detto? È un fantastico momento per il calcio scozzese, e per tutto il Paese».
Battere i campioni del mondo per qualificarsi in un girone di ferro e accedere alla fase finale degli Europei in Svizzera e Austria. Lobbligo della vittoria non cambierà i piani tattici della Scozia, abituata ad un equilibrato 4-5-1, con Kenny Miller, centravanti del Derby, unica punta. Alle sue spalle un centrocampo di lotta e di governo, e James McFadden, già giustiziere della Francia lo scorso settembre, libero di svariare tra le linee italiane. «Giochiamo ad Hampden Park e dobbiamo sfruttare il fattore campo. Vogliamo pressarli, ma senza scoprirci. Cercheremo di controllare la manovra, ma anche di ostacolare il loro gioco. Non possiamo non rispettare i campioni del mondo. Tecnicamente loro, come d'altronde la Francia, ci sono superiori».
A proposito dell'Italia, battuta lultima volta a Glasgow 42 anni fa, McLeish non nasconde la sua ammirazione. «Non vinci il mondiale se non hai giocatori di valore assoluto. Battere i campioni del mondo in carica sarebbe qualcosa di straordinario, il risultato più importante della mia carriera».
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