Anche per cani e gatti scatta l’emergenza extralarge

Esiste un allarme obesità anche per i cani i gatti e, in generale, i cosiddetti pet (animali d'affezione)? Altro che! D'altronde talis patris talis filius e, considerato che ormai i pet entrano a tutti gli effetti nel nucleo familiare, si potrebbe affermare che tale è il comportamento dei proprietari e tale sarà quello di Fido, Silvestro o Bunny. Gli zooantropologi un po' si sono divertiti ma un po' hanno fatto sul serio nell'identificare, tra animale e proprietario, addirittura delle caratteristiche somatiche analoghe. Si è visto insomma che spesso i proprietari di cani assomigliano fisicamente ai loro beniamini, figuriamoci se non assumono analogie di tipo comportamentale. E così se uno è un pantofolaio e passa il tempo davanti al televisore, mangiando ogni sorta di porcheria unta e bisunta, sarà facile che, ai suoi piedi, ronfi un cane incapace di raggiungere il primo piano senza l'ascensore. Un brevissimo aneddoto. Qualche hanno fa mi chiamò una signora per una visita a domicilio, perché il suo «cockerino» respirava male e lei non poteva trasportarlo. Lì per lì ho pensato non avesse l'auto, ma quando la signora (altezza stimata in eccesso 160 cm, peso stimato in difetto 130 Kg) mi condusse a vedere il suo amato Roky, compresi il perché. Il cane era incastrato nella cuccia sul balcone e non c'era verso di estrarlo. Solo dopo avere allentato sei viti, riuscii a prendere in braccio quello che, non fosse stato per muso e colore, poteva essere un Basset Hound di 35 Kg. Non ebbi cuore di chiedere cosa la signora desse da mangiare al cockerino. Lei era già felice perché respirava meglio. Secondo uno studio condotto in Italia da una ditta produttrice di cibo per animali, su un campione di 5.000 soggetti indagati, oltre il 30% dei cani e quasi il 50% dei gatti risultano in sovrappeso o francamente obesi. In Usa si arriva oltre il 40% nei cani e il 60% nei gatti. Alla base del fenomeno ci sono, molto spesso, un'alimentazione sbagliata e la mancanza di movimento. Nulla di nuovo dunque e il rimedio sarebbe abbastanza semplice, quasi lapalissiano. Cambiare lo stile di vita del cane (con il gatto è più difficile), ma qui subentra un serio problema psicologico. Se, come spesso capita per noi, siamo molto indulgenti verso i nostri chili di troppo e non abbiamo alcuna voglia di staccarci dal televisore e dai tramezzini, diventa impensabile tenere d'occhio la calorie del cibo di Fido, evitare i fuori pasto e costringerlo a un'ora di passeggiata al giorno. A meno che non gli si paghi una badante. Molti pensano che siano gli alimenti commerciali (scatolette e crocchette) che fanno ingrassare cani, gatti, conigli nani (diventati dei Capibara) e compagnia bella. In realtà le etichette dei cibi in scatola sono oggi molto dettagliate e il veterinario è in grado di consigliare un'alimentazione bilanciata che tiene conto non solo delle calorie ma di tutti gli altri fabbisogni e che consenta di perdere peso lentamente, ma in modo permanente.
L'obesità non sempre poi è sinonimo di ingordigia. Alcune malattie ormonali frequenti nel cane (ipotiroidismo, morbo di Cushing ecc.), lo stress prolungato o l'uso di certi farmaci costringono a un accumulo di grassi senza che il soggetto debba per forza ingozzarsi di zozzerie.


Cani e gatti hanno la fortuna di soffrire in misura minore, rispetto all'uomo, di malattie cardiovascolari e diabete collegate alla pinguedine. Questa non è una scusa per vedere il divano piegarsi sotto il peso di un ippopotamo che dovrebbe essere un cane.

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