Claudia B.Solimei
da Bologna
Della serie quando gli slogan si rivoltano contro chi li usa e, a volte, ne abusa: ne sa qualcosa il centrosinistra, che ai tempi della Lista per lUlivo, era la primavera del 2004, incappò in un clamoroso autogol pubblicitario con la sua campagna di manifesti «Arrivi a fine mese?», la quale più che a far pensare alle difficoltà economiche, come era nelle intenzioni, evocava macabri scenari e portava a fin troppo prevedibili gesti di scaramanzia. La campagna ebbe vita breve, fu bollata come funebre e cancellata da Gad Lerner, ingaggiato da Romano Prodi per risollevare le sorti del marketing dellUlivo.
Ora anche il sindaco ulivista di Bologna, Sergio Cofferati, alle prese con la presentazione del bilancio comunale, si ritrova a dover fare i conti con gli slogan a doppio taglio. Così le sue stesse accuse rivolte alla Finanziaria, gli si rivoltano contro in quanto amministratore e proprio per bocca di alcuni settori che tradizionalmente dovrebbero essergli vicini: la Lega delle Cooperative di Bologna e i sindacati.
«Il governo colpisce pesantemente la parte più debole dei cittadini» ha dichiarato ieri il Cinese partecipando alla menifestazione per lo sciopero generale contro il governo, in piazza circa diecimila persone. Peccato che 24 ore prima la stessa accusa, ma a lui rivolta, lavesse pronunciata il presidente di Legacoop Bologna, Giampiero Calzolari: «Il bilancio del Comune - aveva detto - è un ulteriore colpo per chi già fa fatica a tirare avanti la carretta. Non possiamo dirci soddisfatti o sereni». Nel mirino la decisione di aumentare lIci sulla seconda casa e le attività produttive, tra cui ristoranti, capannoni industriali, laboratori artigiani.
Ieri, poi, larmonia tra sindacati e sindaco è andata in frantumi nel giro di poche ore, il tempo di scendere dal palco dello sciopero generale e salire in Comune per mettersi a sedere e parlare del bilancio: «Non si può incorporare una Finanziaria che vuoi cambiare nello schema di bilancio del Comune di Bologna» ha avvertito Cesare Melloni, numero uno della Cgil a Bologna, ribaltando contro Cofferati, il suo ex segratario nazionale, il no alla manovra economica del governo. E ancora: «Le fasce più deboli sono già colpite dalla crisi economica e dalla perdita di potere di acquisto; se lo fanno anche gli enti locali cè da discutere molto seriamente». «Non solo non firmo laccordo con il Comune - ha invece affermato Alessandro Alberani, segretario provinciale della Cisl - ma dico che il sindacato è pronto a mettere in campo forme di contrasto. Vogliamo una concertazione alla bolognese e non alla Tremonti».
Nessuno per ora lo dice, ma se la trattativa sarà deludente, in campo cè anche lipotesi dello sciopero. «Se il confronto si dovesse rompere per ragioni di merito - ha ammesso Melloni - si ricorre al conflitto. Ma noi non scegliamo il conflitto per se stesso».
Qualche giorno fa, invece, era toccato al segretario provinciale della Uil, Gianfranco Martelli, ricordare al sindaco i suoi doveri, come risultano dagli slogan: «Tremonti ha ucciso la concertazione a livello nazionale - ha detto -: mi auguro che il sindaco non la vogla uccidere a livello territoriale».
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