Carissimo Granzotto, il nuovo telegiornale di Mentana su La7 era cominciato bene, e avevo iniziato a seguirlo. Errore! Di sera in sera Mentana ha accentuato lorientamento sinistrorso sino a omologarsi nellantiberlusconismo più becero: una sera ha dedicato esattamente mezzo tg allennesimo invito a comparire prodotto dalla Spettabile Ditta Tribunali Riuniti di Roma SrL, facendo un lungo excursus partendo dal famoso avviso milanese del 1994, piombato a Napoli dopo essere stato pubblicato sul Corriere della sera. Peccato che il buon Mentana, confermando il suo carattere sfuggente, si sia dimenticato che quella vicenda processuale finì con unassoluzione piena, qualche anno dopo, a danni compiuti, governo caduto e tutto il resto. Molte sono le occasioni che mi portano a dissentire da Berlusconi, ma condivido i suoi giudizi sullordine giudiziario, il vero e unico padrone dItalia. A quando la modifica dellattuale articolo 1 della Costituzione con il seguente: «LItalia è una Repubblica più o meno democratica, fondata sullOrdine Giudiziario»?
Genova
Serve ripeterlo, caro Simonetti? Lantiberlusconismo è lultimo rifugio della politica e del giornalismo a secco di idee, di progetti e di iniziativa. Politica e giornalismo a encefalogramma piatto. Però, funziona: senza che richieda grande impegno cerebrale assicura infatti visibilità e share, andando a titillare le isterie dellorda «sinceramente democratica» che da sedici anni si rode il fegato nellattesa che quella escort, quel magistrato o quel Fini facciano rotolare la testa dellesecrato Cavaliere. Se questo è landazzo, credo tuttavia che Enrico Mentana non abbia scelto la via dellantiberlusconismo (se ci si richiama allavviso di garanzia giunto nel novembre del 94 a Berlusconi senza aggiungere che laccusa di corruzione si dimostrò poi infondata, o si disattende la sacramentale completezza dellinformazione, disonestà professionale impensabile per un bravo e scrupoloso giornalista come Mentana, o si fa dellantiberlusconismo strisciante) per pigrizia mentale. Al timone del telegiornale di unemittente ritenuta a ragione di sinistra e con un pubblico «sinceramente democratico», si deve essere subito reso conto che persistendo nella sua idea di un notiziario politicamente disinvolto, di una informazione calibrata sulle proprie preferenze senza tener conto delle nevrosi del Palazzo, avrebbe significato votarsi al suicidio professionale. Così come nei ludi gladiatori gli spalti del Colosseo chiedevano sangue, laudience de La7 esige il quotidiano sputtanamento del presidente del Consiglio in carica. Gliene importa assai, a quellaudience, che il pollo servito dal Tg7 sia ben cucinato nel sugo del politicamente corretto se poi manca il «boccone del prete», lantiberlusconismo infamante. Primum vivere, avrà dunque pensato il bravo Mentana, e per vivere dirigendo un telegiornale di quellemittente, che piaccia o meno devi offrire al telespettatore, che ne è ghiotto, la quotidiana scodella di fanghiglia. Poco male, basta cambiare canale.
Venendo alla Costituzione, qualcuno lha già piegata ai propri interessi. Prenda il Csm: larticolo 105 gli assegna il compito di procedere alle «assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati», punto e basta.
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