Anche l'Italia si mobilita per la salvezza di Sakineh Sit-in davanti ambasciata

Una gigantografia di Sakineh, l'iraniana condannata per un presunto adulterio, campeggia sulla facciata di Palazzo Chigi: è l’iniziativa presa dal governo. Centinaia di persone manifestano, a Roma, davanti all'ambasciata iraniana

Anche l'Italia si mobilita 
per la salvezza di Sakineh 
Sit-in davanti ambasciata

Roma - Dopo gli articoli dei giornali e gli appelli su internet prosegue la mobilitazione, in tutto il mondo, per salvare la vita a Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana di 43 anni condannata alla lapidazione per un supposto adulterio. Le forze politiche di maggioranza e opposizione si uniscono nella battaglia con appelli e iniziative in varie parti del Paese. Alcune gigantografie della donna sono state esposte sui palazzi dei ministeri. Un minuto di silenzio alla Festa del Pd a Torino. Fiaccolata al parlamento dell'Unione europea.

Sit-in davanti all'ambasciata Un manichino con le sembianze di una donna vestita di nero stesa sull’asfalto e ricoperta di pietre insanguinate. Così i manifestanti che hanno preso parte ad un sit in davanti l’ambasciata iraniana a Roma hanno presentato ciò che potrebbe accadere a breve a Sakineh. Sul piazzale davanti l’ambasciata iraniana sono arrivate alcune centinaia di persone. Tra queste l’esponente dei Verdi, promotori della mobilitazione, Angelo Bonelli. "Ci sentiamo offesi mortalmente da quanto sta accadendo in Iran - ha spiegato Bonelli - io mi sento di dire al ministro degli Esteri, Franco Frattini che, come si è avuta attenzione per la visita di Gheddafi a Roma, così si deve avere attenzione per la sorte di questa donna: cerchi Frattini di organizzare una missione a Teheran e faccia di tutto per liberarla. La mobilitazione è importante - ha aggiunto Bonelli - perchè quanto accade in Iran succede anche in Paesi in cui la tortura e la pena di morte sono ancora strumenti di giustizia. Quello che sta accadendo a questa donna è una vera e propria atrocità - ha concluso Bonelli - e va aperta una grande stagione di mobilitazione per portare la democrazia in Iran, non può essere la democrazia della censura e delle pietre".

L'adesione della Boniver Il presidente del Comitato parlamentare Schengen e inviata speciale del ministro degli Esteri per le emergenze, Margherita Boniver, aderisce all’appello per bloccare la lapidazione di Sakineh. "È una vicenda inquietante - afferma - intanto perché c’è di mezzo la pena di morte, che è aberrante sotto qualsiasi forma, ma anche perchè si tratta di un’accusa teologica, comminata dal regime degli ayatollah". "La lapidazione - aggiunge - è in assoluto la pena più aberrante, i giudici possono addirittura decidere di prolungare l’agonia stabilendo la dimensione delle pietre da usare per colpire il condannato".

Gigantografia a Palazzo Chigi Una enorme foto di Sakineh campeggia sulla facciata di Palazzo Chigi: è l’iniziativa presa dal governo, come hanno annunciato i ministri delle Pari opportunità e degli Esteri, Mara Carfagna e Franco Frattini. "Un’azione senza precedenti per mobilitare le coscienze e contribuire a salvare Sakineh da una sentenza brutale ed inaccettabile, la lapidazione. Far sapere all’intera comunità internazionale che l’Italia e gli italiani sono dalla parte di Sakineh Mohammadi Ashtiani", hanno dichiarato i due ministri, sottolineando che "di fronte a questo drammatico caso le iniziative diplomatiche, che l’Italia ha attuato, devono poter contare anche sul più ampio sostegno dell’opinione pubblica".

Contro le pratiche disumane "Difendiamo insieme - proseguono - un principio che ha valore universale: non possiamo accettare che una donna, ovunque si trovi nel mondo, venga sottoposta alla pena di morte per lapidazione, una pratica orribile e disumana che condanniamo fermamente in quanto contraria ai diritti umani fondamentali" per questo da "oggi, e fino a quando Sakineh non sarà salva e libera, il suo volto ci guarderà dal palazzo del Governo italiano".

Da oggi l’immagine di Sakineh sarà esposta anche in Campidoglio: il sindaco di Roma Gianni Alemanno, "sensibile alla mobilitazione internazionale e alla campagna lanciata dai ministri Frattini e Carfagna per Sakineh Mohammadi Ashtiani.

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