Angel Darío Acosta Zurita

Questo sacerdote messicano era nato nel 1908 a Naolinco, in diocesi di Veracruz. Rimase presto orfano di padre e la sua famiglia cadde in una povertà estrema. Angel dovette crescere prima del tempo, per aiutare la madre a tirare avanti con cinque figli. La sua vocazione, però, era quella del sacerdozio e fu superando mille difficoltà che riuscì a entrare in seminario. Qui il suo carattere sportivo si manifestò subito. Infatti, per tutti gli anni di studio fu lui il capitano della squadra di calcio del seminario. Nel 1931 venne ordinato sacerdote a Veracruz e subito mandato a far da coadiutore nella parrocchia dell’Assunzione. Ma erano, quelli, gli anni della persecuzione anticattolica messa in atto dal governo, da quindici anni in mano a una cricca fanaticamente laicista. L’ideologia al potere era un curioso mix di liberalismo massonico e leninismo che intendeva «modernizzare» il Messico, con le buone o con le cattive, depurandolo della «superstizione». Così, don Angel incappò subito nella «Ley Tejada», un decreto con cui il governatore Adalberto Tejada stimava di ridurre drasticamente il numero dei preti nello Stato di Veracruz. Il giorno dell’entrata in vigore della «ley» la chiesa dell’Assunzione era piena di bambini del catechismo accompagnati da catechisti e genitori.

Un prete celebrava, un altro confessava e don Angel battezzava i neonati. Di colpo dalle tre porte della chiesa fecero irruzione i soldati che, senza preavviso, cominciarono a sparare sui preti. Fu subito il caos e, nel fuggi-fuggi, don Angel ci restò secco. Aveva solo ventitré anni.

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