Alla fine hanno rivendicato tutto. Anche se nessuno alla Novartis aveva mai creduto in un incidente. Un gruppo di attivisti per i diritti degli animali ha rivendicato la responsabilità dellincendio che alcuni giorni fa ha distrutto la casa in Austria di Daniel Vasella, presidente del colosso farmaceutico Novartis. Il gruppo, chiamato «Forze militanti contro Huntigdon» (Mfah), ha pubblicato un messaggio su un sito web americano, dichiarando di aver compiuto il gesto per protestare contro la collaborazione della Novartis con una società britannica che conduce esperimenti sugli animali. Il gruppo britannico fino allaltro ieri negava ogni addebito: «Non è vero», giurava la responsabile di Shac Debbie Vincent. Vincent ha sostenuto che è possibile che si tratti dellazione di un «antivivisezionista» isolato, ma non dellassociazione, che si limita a manifestare pacificamente.
Il gruppo Mfah accusa Vasella di aver stretto un accordo con la società Huntingdon Life Sciences, nei cui laboratori, secondo le associazioni animaliste, viene praticata la vivisezione. Lattacco sarebbe stato compiuto spargendo 60 litri di benzina intorno alla casa, che fa parte della tenuta che Vasella possiede tra le montagne del sud Tirolo. «Non ci fermeremo finché non interromperai i rapporti con la Huntigdon», ha scritto il gruppo sul sito www.directaction.info. La Novartis, tuttavia, non ha mai reso pubblico il nome delle società con cui svolge collaborazioni di ricerca.
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