Gli anti italiani sputano sui marò

Messaggi deliranti di connazionali sui siti indiani: "Quelli sono fascisti arroganti". Anti patria: "Se li tenete chiusi in prigione nessuno piangerà"

Gli anti italiani sputano sui marò

Che gran bella novità: italiani che si divertono a sputare in faccia all’Italia. Italiani che si divertono, ancora una volta, a cimentarsi in uno degli sport preferiti: parlar male dell’Italia. L’ultima privilegiata palestra per questo tipo di esercizi è la sciagurata vicenda dei due marò del San Marco arrestati sabato scorso dopo uno scontro a fuoco in alto mare in cui sono stati uccisi due pescatori indiani. Una vicenda, ancora tutta da chiarire, in verità, considerato che gli avvocati dei due militari hanno presentato all’Alta Corte dello Stato del Kerala un ricorso che verterà sul difetto di giurisdizione indiana. Un ricorso che si concentrerà sulla determinazione del tratto di mare in cui il 15 febbraio si trovava la petroliera. La prova principale dovrebbe essere, infatti, la registrazione satellitare in base alla quale la petroliera era a 33 miglia dalla costa, dunque in acque internazionali, ma è anche vero che, sui giornali indiani e nelle tv locali, le uniche versioni che stanno girando sono quelle della polizia indiana che danno per certa la responsabilità dei marinai italiani nell’attacco al peschereccio St. Anthony. Quindi? Quindi perché non assecondarle ulteriormente collaborando costruttivamente alla lapidazione preventiva dei nostri marò e del nostro Paese? È quello che devono aver pensato Cesare, Elvio, Alessandro, giusto per partire con qualche esempio, che, anziché limitarsi a portare la sacrosanta solidarietà alle famiglie dei pescatori uccisi e al popolo indiano, hanno pensato bene di cogliere al volo l’occasione per mettere alla berlina il loro, che è anche il nostro, Paese. E lo hanno fatto nel modo più palese e pubblico, depositando cioè, i loro velenosi commenti sul sito Internet del Times of India. Leggiamone alcuni assieme, sarà un’opportunità illuminante per comprendere quali sentenze esportiamo. «Qui in Italia il governo è fortemente pressato dal Vaticano perché si giunga alla liberazione di quei due (marò) idioti. Quindi il nostro governo sta spendendo un sacco di soldi per nulla. Un messaggio per tutti gli indiani: in Italia la popolazione crede che questi due codardi abbiano sparato contro degli inermi e quindi se voi li tenete in prigione per sempre qui da noi nessuno piangerà...».
Anche Elvio è uno che la sa lunga: «Signori, dovete sapere che tutti questi soldati italiani sono volontari e pagati l’incredibile somma di 500 euro al giorno e che normalmente tutti loro sono fascisti, di conseguenza arroganti e violenti perché l’Italia è una Paese senza legge, anzi dove c’è la legge della giungla...Io spero che vengano giudicati da un tribunale indiano perché in Italia non sarebbero mai processati, anzi potrebbero dar loro anche una medaglia come eroi. Ogni killer, in Italia, è un eroe...Firmato: Elvio P. nato nel libero Territorio di Trieste». Ma arriva anche Christian a dar manforte con la sua analisi socio-economica: «È un a vergogna essere un italiano. L’Italia è oggi un Paese così povero che sopravvive solo col denaro tedesco. Appena Angela Merkel lascerà il governo e non ci darà più soldi per l’Italia sarà il default. In più continuiamo a dare nel mondo l’immagine dei codardi come questo episodio testimonia...». Stavamo dimenticandoci di Cesare, che ribadisce un paio di concetti: «...Io sfortunatamente sono italiano e mi vergogno di essere italiano. Sono d’accordo che gli italiani sono dei codardi perché i marò stavano tentando di scappare. In più l’Italia è alla bancarotta. Vi consiglio di non fare affari con un italiano perché non bisogna credere agli italiani: fanno sempre il contrario di ciò che dicono. Firmato: Cesare from Libera Padania».
Per fortuna sul sito di Times of India si leggono anche commenti di altri italiani più equilibrati. Italiani «normali» che si sforzano di riportare il dibattito sui temi della civiltà del rispetto, e della razionalità. Come Paolo da Roma che invita a tener conto della concreta possibilità che il fatto sia accaduto in acque internazionali o «Garibaldi» che ribadisce che non ci sono prove concrete ma solo bla bla ingigantiti anche troppo perché in India c’è una scadenza elettorale. E la politica interna indiana non sembra proprio preoccuparsi delle reali vittime che sono i due pescatori...».

E dei due marò chi si sta preoccupando? Chi si sta mobilitando per riportarli a casa? Certo il sottosegretario Staffan De Mistura è in India per vederci chiaro, ma in Italia? In Italia forse ci siamo persi qualche puntata ma non ci sembra di aver visto sorgere comitati di liberazione e accendersi gli animi come quando cronisti, volontari o altri “operatori” di organizzazioni non meglio identificate si sono trovati in difficoltà all’estero.

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