Appalti, l’Umberto I ha violato il codice

Il Policlinico Umberto I ha violato il codice dei contratti per una gara da 7,5 milioni di euro. «Non conformità del bando di gara ai principi di libera concorrenza e non discriminazione per la fornitura di materiali per sale operatorie per un valore di 7.500.000 di euro». È quanto ha stabilito con apposita deliberazione l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (Avcp) in merito a una gara a evidenza pubblica indetta dall’ospedale romano per la fornitura di vari prodotti sterili, teli da copertura, camici, teli da incisione e alcuni servizi accessori, come la gestione delle consegne, delle scorte di magazzino e del relativo servizio informatizzato. In particolare, è stata contestata la previsione di un unico lotto per l’acquisto di beni diversi, nell’ambito del quale è confluito un prodotto specifico, commercializzato da una sola ditta, dal valore marginale (1%) rispetto a quello di tutta la fornitura. Secondo l’Authority «tali modalità restringono fortemente o annullano del tutto il potenziale competitivo della gara». L’Autorità ha emanato una delibera a seguito di un’indagine avviata su segnalazione dell’Associazione fornitori ospedalieri Lazio (Asfo Lazio) che lamentava presunte violazioni al codice dei contratti, ovvero l’aver inserito in una fornitura a lotto unico, unitamente a tutti gli oggetti della fornitura anche uno specifico prodotto (teli da incisione di tipo battericida) fabbricato da una sola ditta. E questa procedura non consentiva la partecipazione alla gara da parte di tutti quegli operatori che avrebbero potuto presentare offerte su gli altri prodotti previsti dal bando.
Ma le accuse nei confronti dell’Umberto I non finiscono qui. Il sindacato autonomo Fials, per esempio, lamenta il fatto che «la giunta regionale non ha ancora dato risposte alle ripetute richieste di affrontare immediatamente la situazione finanziaria dell’Umberto I, sull’orlo del collasso, e di verificare l’operato dell’attuale direttore generale Montaguti, istituendo una commissione di inchiesta ad hoc».

Lo dichiara il segretario regionale della Fials medici universitari, Antonio Sili Scavalli. Le nostre battaglie di denuncia durante l’epoca Marrazzo non hanno mai avuto finalità politiche, ma solo la volontà di migliorare il sistema sanitario della Regione Lazio».

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