Appello ai turisti: rispettate il creato e non sporcate. Parola di vescovi. «La natura è sempre più minacciata», per questo «è una grave offesa non rispettare il verde e lo spazio pubblico e, ancora peggio, è distruggere indiscriminatamente la vita, sia quella vegetale, sia quella animale, a scopi esclusivamente privati»: ad affermarlo i vescovi della Liguria, guidati dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nel tradizionale messaggio estivo rivolto «a tutti coloro che hanno scelto la Liguria per trascorrere alcuni giorni di vacanza o, semplicemente, una giornata di svago al mare». «Vorremmo aggiungere - hanno proseguito i vescovi -, sperando di non offendere la buona educazione dei cittadini, che è altrettanto incivile imbrattare, sporcare, spandere ovunque ogni sorta di lordura anche nelle zone non abitate, come pure nei luoghi di passeggio o di montagna». L'invito dei presuli è quindi di essere «custodi del Creato» perché «un integrale sviluppo umano è strettamente collegato al suo rapporto con l'ambiente naturale». Pertanto «non è lecito a nessuno appropriarsi indebitamente, per un tornaconto egoistico, di un bene che appartiene a tutti».
Il tempo estivo, si legge ancora nel testo della Conferenza Episcopale Ligure, pubblicato oggi dal settimanale della diocesi di Genova «Il Cittadino», «se da un lato contribuisce a risollevarsi dalla fatica e dal lavoro usuale, dall'altro è un periodo particolarmente favorevole per riscoprire i valori dello spirito, ponendosi in ascolto della Parola di Dio e vivendo con maggiore profondità l'esperienza della fede, favoriti dall'ambiente naturale particolarmente ricco e dalle bellezze che il Creatore ha sparso con profusione, tanto sulle nostre coste quanto nell'entroterra».
Appello dei vescovi liguri ai turisti: rispettate il creato e non sporcate
I vescovi della Liguria, guidati dall'arcivescovo di Genova e presidente della Cei Angelo Bagnasco, nel tradizionale messaggio estivo ai turisti: grave offesa non rispettare il verde e lo spazio pubblico e, ancora peggio, è distruggere indiscriminatamente la vita, vegetale o animale
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