Cronaca locale

Après la Classe, dal Salento la taranta a ritmo di reggae

Luca Testoni

Da qualche anno a questa parte, il Salento è una delle mete più gettonate delle vacanze in Puglia. Un viaggio scandito da sole, mare, ulivi, ma anche qualità umana, vita di paese e tanta cultura. Gastronomica, architettonica e, perché no, anche musicale.
Basti ricordare la riscoperta e il rilancio delle antiche tradizioni popolari di questa terra-ponte che unisce e riassume le mille anime del Mediterraneo (la pizzica e la taranta su tutte) e che ha finito per portare alla ribalta anziani cantori e musicisti, in una sorta di «Buena Vista Social Club» di casa nostra (come nel caso del 77enne di Cutrofiano Uccio Aloisi). E, ancora, il gran fermento delle nuove leve che, dai Sud Sound System in avanti, hanno trasformato il tacco dello Stivale in un luogo dove si sperimentano commistioni e mescolanze sonore con un'accentuata propensione per il sound giamaicano.
Qui, in effetti, salvo poche eccezioni (si pensi ai pop-rocker Negramaro o all'elettronicista di avanguardia Populous, all'anagrafe Andrea Mangia di Copertino, che incide per la berlinese Morr Music), va per la maggiore il reggae, il raggamuffin e lo ska. Un fenomeno che non poteva non affascinare anche gli Après la Classe, ospiti questa sera (ore 21, ingresso libero) dell'edizione numero 13 della Festa della Birra di Trescore Balneario, in provincia di Bergamo.
Con un nome così, sarebbe lecito aspettarsi un gruppo francese o chissà quale altra composizione esotica. Invece, il quintetto è composto da salentini doc: sono infatti originari di Aradeo, Cutrofiano, Taviano, Taurisano e Nardò (anche se, va detto, il carismatico cantante-capobanda, Cesko Arcuti, ha la madre francese).
La forza degli Après la Classe? Non accontentarsi di fare propri stilemi musicali che vengono dall'estero, ma provare a metterli in contatto con quell'unicum storico e culturale che è la loro terra. Insomma, la tradizione si sposa con la modernità. Un connubio che si riflette in concerto dove il raggae, lo ska, il punk e l'elettronica vengono alternati al folklore di casa (pizzica e taranta) e a quello dei Balcani. Roba molto simile alla patchanka teorizzata dal «clandestino» Manu Chao, creata e dispensata per fare ballare, ma anche riflettere (emblematica in tal senso la campagna della cricca per denunciare le terribili condizioni in cui versano numerosi pazienti di istituti psichiatrici del Bel Paese).


Nella scaletta live dei ragazzi del «dopo scuola» (Cesko Arcuti alla voce, Francois Rekkia alla batteria, Valerio Combass Bruno al basso, Puccia alla fisarmonica, Dj Cordella ai sintetizzatori) figurano i brani dei due album sin qui prodotti, l'omonimo Après la Classe del 2002 e Un numero del 2004, cui si aggiungono, immancabili, le cover in chiave ska della «pappalardiana» Ricominciamo e di Sognando California dei Dik Dik.

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