La Regione chiede di accelerare i tempi e il Comune risponde. Certo non si precipita, ma fa comunque un bel passo avanti con la giunta che ieri ha deliberato «lavvio delle procedure per valutare la fattibilità tecnico-economica della adesione/costituzione alla società interamente pubblica promossa dalla Regione Lombardia lo scorso 31 maggio, per consentire la messa a disposizione delle aree destinate alla realizzazione del sito Expo 2015 nei tempi richiesti dal Bie». Il nodo da sciogliere è ancora quello dellacquisto dei terreni di Rho-Pero. Oltre 1,1 milioni di metri quadrati dove dovranno sorgere i padiglioni e che oggi sono ancora di proprietà di Fondazione Fiera Milano e di una società del Gruppo Cabassi.
La giunta del Pirellone ha già votato per la costituzione della nuova società, Palazzo Isimbardi frena con il presidente Guido Podestà che vuol valutare bene i costi delloperazione. E Letizia Moratti, che dellExpo è anche commissario straordinario per il governo, avvia le procedure a Palazzo Marino «per definire il percorso, le modalità e gli strumenti utili allacquisizione delle aree». Tenendo conto che il Bie, lorganismo internazionale con sede a Parigi che sovrintende allorganizzazione delle esposizioni universali, ha chiesto di chiudere la pratica entro fine ottobre, data della convocazione del comitato esecutivo che dovrà dare il via libera al Dossier di registrazione presentato da Milano. E preludio allassemblea plenaria di novembre che dovrà votare il documento dando lultimo sigillo ufficiale allExpo milanese. Parere favorevole della giunta, dunque, a valutare modalità e termini della costituzione di una nuova società. Allinizio si era detto di una presenza paritaria di Regione, Comune e Provincia. Oggi le percentuali sembrano dovere essere rimesse in discussione dalla Provincia. Come da discutere dovrà essere il contributo delle banche i cui mutui per coprire lintera operazione potrebbero oscillare tra il 60 e il 70 per cento del totale.
Cè da dire che in ballo, oltre allorganizzazione dellevento, cè soprattutto lutilizzo successivo dei terreni e delle strutture che lì saranno costruite. Con le aree che da agricole saranno trasformate in edificabili e soprattutto potranno giovarsi di tutte le infrastrutture stradali e ferroviarie che saranno create per consentire laccessibilità al sito. Con evidente moltiplicazione del loro valore. Una società a intero capitale pubblico, assicurano dalla Regione, sarà la miglior garanzia perché i vantaggi restino tutti alla comunità e gli sviluppi urbanistici siano ispirati al bene comune.
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