Alcune aree dell'Argentina, in particolare il nord e la Patagonia, appaiono ormai da tempo invase da alberi tutti uguali che sembrano clonati: migliaia di ettari di pini, i quali costituiscono la materia prima degli stabilimenti per produrre cellulosa, che mettono a rischio la biodiversità del territorio. L'allarme è stato lanciato da organizzazioni sociali e ambientali argentine, le quali sottolineano come, incentivata dai governi, la semina di alberi da cellulosa sia un fenomeno che sta lentamente distruggendo la biodiversità e provocando l'espulsione di contadini e indigeni dalle loro terre. «La crescita di questo fenomeno spinge intere comunità ancestrali a spostarsi dalla zona, distrugge la vegetazione nativa, mentre l'utilizzo di prodotti agricoli tossici danneggia il terreno con il solo scopo di generare profitti», affermano gli esperti.
«Più di un milione di ettari del nostro suolo sono occupati da monoculture, metà dei quali sono stati seminate negli ultimi dieci anni», sottolinea per esempio Jorge Barros, portavoce della Afoa, l'Associazione Forestale Argentina, il quale precisa: «L'obiettivo delle imprese è di arrivare a occupare tre milioni di ettari in dieci anni, una superficie 150 volte quella della città di Buenos Aires».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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