
L'atmosfera è marcia, ormai siamo a espulsioni dal Politecnico di Torino, botte a Pisa, assalti ai turisti, chiusura di spazi sportivi e artistici, scioperi. Mentre l'Unione Europea sanziona Israele seguendo il copione virtuoso del pacifismo, e modella la difesa di Hamas nei panni dell'innocente "popolo palestinese"; e l'Onu scodella di nuovo la sua migliore invenzione nella serqua infinita delle condanne a Israele, quella della parola "genocida", la peggiore del mondo. Attenzione, l'incitamento a colpire gli ebrei è chiaro: siamo al limite del pogrom. Il proscenio innocente è fatto di carta e schermi, di giornalisti colti che si spostano in massa quasi senza accorgersene da essere consapevoli testimoni di una storia in cui per 75 anni Israele è stata oggetto di una jihad spietata, con la seconda Intifada, seguita agli accordi Oslo, con più di mille morti sugli autobus e in pizzeria, le mille profferte rifiutate, il terrorismo enorme dopo la liberazione di Gaza.
Sfuggono a menti educate due concetti piani: il primo, Hamas non può restare al dominio di Gaza, perché ne va della vita; e non può essere battuta se non con una guerra in cui un esercito senza divisa è mescolato con le case, con le camere dei bambini e gli ospedali. Solo sul terreno si può batterlo, o morire. Vedere il popolo spostarsi in frotte è dura, ma serve a dividerlo da Hamas, che deve essere cacciato, strada obbligata per raggiungere l'obiettivo che perfino la Lega Araba ha indicato. È lunga, costa già 1.000 soldati uccisi, 20mila feriti, ma solo così si può combattere e vincere. Ma il punto è qui: in anni di lavoro e con miliardi di dollari Iran e Hamas hanno costruito gallerie e missili, ma l'idea è che la vittoria di Israele vada ostacolata dalla gente perbene. Israele con la campagna sulla fame, i morti, i bambini, gli ospedali colpiti è diventata un paria, un ebreo errante. L'antisemitismo classico, blood libel, dominio, e quella di "fascismo", tutte riferite a un governo certo non più a destra di quello Italiano o di molti altri governi europei. Accuse che si accompagnano a bestialità storiche come colonialismo, illegalità, razzismo, occupazione. Il messaggio basilare: Israele è indegno di vivere. Venga, invece, lo Stato palestinese, e che importa se opprime, con la sharia, gay, donne, bambini e democrazia? Se compie stragi orribili, stupri, rapimenti.
Importante che sia il contrario di Israele dove arabi, drusi, circassi, beduini, tutti hanno gli stessi diritti degli ebrei. E si combatte per la sopravvivenza, non per la jihad islamica. È facile, è vero: negarlo è un suicidio morale e anche fisico dell'Europa intera.