Arriva la garanzia pubblica sui prestiti bancari europei

Due le decisioni chiave del vertice di Parigi tra i Quindici della zona euro: gli istituti potranno essere nazionalizzati e lo Stato garantirà fino a tutto il 2009 i prestiti interni al sistema creditizio

Arriva la garanzia pubblica 
sui prestiti bancari europei

Parigi - «Noi riaffermiamo la nostra assoluta determinazione a sostenere le banche. Siamo uniti e la nostra determinazione è totale. Posso dire ai cittadini europei che devono avere fiducia», dice il presidente francese Nicolas Sarkozy - che ha anche la presidenza di turno dell’Unione europea - nell’annunciare il piano straordinario d’intervento, scaturito dal vertice all’Eliseo. «Sono impressionato da ciò che è stato deciso dai governi e dall’unità creatasi in Europa di fronte alla crisi», ha affremato a sua volta Jean-Claude Trichet, presidente della Bce. Il vertice all’Eliseo tra i Quindici della zona euro (per l’Italia, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) è cominciato alle 18 e in un primo tempo la conferenza stampa è stata programmata per le 19. Sono invece le 20 e 40 quando quattro persone si presentano di fronte ai giornalisti: Sarkozy, Trichet, il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durão Barroso e quello dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Quest’ultimo conclude: «Non abbiamo il diritto di fallire e non falliremo».

Il risultato del vertice è l’impegno coordinato ad applicare - ogni Paese per conto proprio e a questo fine sono stati convocati consigli dei ministri straordinari in settimana - un piano di finanziamento alle banche che ne abbiano bisogno (per le quali sono anche possibili nazionalizzazioni «temporanee», parziali o totali) e un piano di garanzie alle banche per favorire la ripresa dei prestiti tra loro. Una delle caratteristiche della crisi è che i vari istituti non si fidano l’uno dell’altro. Ormai potranno farlo senza problemi perché saranno gli Stati a garantire i prestiti interbancari. Fino al 31 dicembre 2009, ha precisato Sarkozy, i governi della zona euro sono pronti a garantire le operazioni di rifinanziamento delle banche e la circolazione del denaro da una banca all'altra. «Noi - affermano i leader dei Quindici nella loro dichiarazione - confermiamo il nostro impegno a operare insieme in modo decisivo e globale allo scopo di ripristinare la fiducia nel sistema finanziario. Il nostro intento è quello di ristabilire condizioni efficaci di finanziamento dell'economia». Sarkozy ha detto che i manager colpevoli della crisi delle banche non possono illudersi di non pagare un prezzo. Altro annuncio di Sarkozy: la costituzione nei giorni prossimi di una task force tra le istituzioni comunitarie per vigilare sulla situazione dei mercati finanziari.

Uno dei punti più significativi, a livello finanziario e anche politico, della giornata di ieri sta proprio nel fatto che tra i quindici Paesi della «zona euro» e la Gran Bretagna sembra nato un feeling finanziario senza precedenti. «La sterlina non entrerà nell'euro, ma è come se avesse fatto un passo importante verso la moneta unica europea», ha commentato ieri sera un analista finanziario parigino. Significativo è il fatto che - proprio prima dell’inizio del vertice dei Quindici - Sarkozy abbia ricevuto all’Eliseo il primo ministro britannico Gordon Brown. Durante la conferenza stampa finale, Sarkozy ha definito «storico» il nuovo tipo di coordinamento realizzato tra l’Eurogruppo da una parte e Londra dall’altra. La Gran Bretagna non è più un’isola.

Sempre sul terreno del coordinamento europeo, Sarkozy ha insistito sul fatto che stamane i governi dei tre Paesi chiave della zona euro - Italia, Francia e Germania - vareranno alla stessa ora i piani nazionali di intervento, destinati a tradurre in concreto le decisioni prese in comune al vertice dell'Eliseo. Ma non basta. Mercoledì e giovedì si riunirà a Bruxelles il Consiglio europeo, già da tempo in calendario.

Sarà per tutti i 27 membri dell’Unione l’occasione per esaminare insieme al massimo livello le misure prese allo scopo di fronteggiare l’attuale crisi finanziaria mondiale. Una crisi che, come Sarkozy ha ricordato nella conferenza stampa finale, è nata negli Stati Uniti e non in Europa.

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