di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Una trentina di telefonate scottanti,tra
Berlusconi e Tarantini e tra quest’ultimo e un buon numero di giovani
donne. Conversazioni nelle quali l’imprenditore pugliese e il premier
parlano, anche in modo esplicito, di appuntamenti a luci rosse, e
altre in cui «Gianpi» parla di soldi e tariffe con le ragazze, che a
voltei gli riferiscono di aver ricevuto denaro in regalo pure dal
Cavaliere.
L’inchiesta barese sul filone prostituzione,che già aveva tenuto Silvio Berlusconi sulle spine con l’ affaire D’Addario,promette di deflagrare presto (le 200 pagine di avviso di chiusura indagini sono attese per la prossima settimana) in una gogna mediatica peggiore delle precedenti per il premier, che pure è estraneo a qualsiasi rilievo penale nella vicenda.
Ma come anticipato
ieri dal Giornale , se Berlusconi si prepara a una nuova, brutale
abdicazione forzata dalla propria privacy, l’inchiesta tiene sulla
corda molti baresi eccellenti. Oltre a Tarantini, nel registro degli
indagati sarebbero infatti iscritte circa 15 persone. Tra loro
imprenditori e signore insospettabili che gli inquirenti definiscono,
senza mezzi termini, « maîtresse
», che avrebbero a vario titolo collaborato a far muovere il circo di
ragazze che Tarantini avrebbe usato, anche con Berlusconi, per agevolare
le sue «pubbliche relazioni». Ragazze, va aggiunto, che non sarebbero
solo escort, ma anche mogli, figlie e fidanzate di imprenditori e
professionisti del capoluogo pugliese. I
reati contestati nel fascicolo sono associazione per delinquere,
favoreggiamento della prostituzione e corruzione.
L’indagine, dunque, non è circoscritta al solo Tarantini come «fornitore» di amiche-escort per le feste del Cav. E non poteva essere «insabbiata» facilmente con la sola decisione di Tarantini di patteggiare, come invece ritenevano i pm napoletani Curcio, Piscitelli e Woodcock che hanno ipotizzato un’estorsione di Tarantini, sua moglie e Valter Lavitola ai danni di Berlusconi, costretto a pagare per non finire nuovamente alla berlina. Il patteggiamento di Gianpi, se pure dovesse esserci, non impedirà il deposito degli atti e la conseguente diffusione delle carte processuali. Carte che lo stesso Tarantini, in alcune conversazioni con Lavitola intercettate definiva «terrificanti».
Ribadendo, però, che a pagare era sempre stato solo lui, e che Berlusconi ignorava che quelle «amiche» erano escort. Un dettaglio già emerso nelle conversazioni intercettate tra Tarantini e la D’Addario.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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