È arrivata l’influenza: in una settimana novemila milanesi a letto

È arrivata l’influenza: in una settimana novemila milanesi a letto

Avete la febbre alta, vi sentite a pezzi con dolori un po’ dappertutto e il naso che cola? E’ certo: vi siete beccati il virus dell’influenza e quest’anno, per il momento, siete un esemplare piuttosto raro. Non sono infatti neppure 9mila i milanesi che nell’ultima settimana sono stati colpiti, 43mila scarsi gli ammalati negli ultimi sette giorni in Lombardia. Numeri che niente hanno a che vedere con le pandemie che hanno caratterizzato anni con inverni più rigidi e virus più cattivi.
Quest’inverno infatti l’influenza vive «una stagione tutto sommato tranquilla», come la definisce Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, esperto di mali di stagione. Almeno per ora, verrebbe da aggiungere, così per mettere le mani avanti. Perché l’apice di diffusione del virus si attende all’inizio di febbraio.
Contrariamente ad altri anni in cui l’influenza arrivava presto - talvolta anche prima di Natale - restava per un bel pezzo e, perfidissima, sterminava centinaia di migliaia di grandi e bambini passando di starnuto in starnuto, quest’anno è tutta un’altra storia.
Intanto perché virus nuovi non ce ne sono. Il «ceppo» è vecchio, lo stesso dello scorso anno. Chi è già stato colpito dall’influenza in passato è come se fosse vaccinato anche per quella appena arrivata. Tenendo le dita incrociate potrebbe anche sperare di passare una stagione indenne.
Poi perché il clima - quest’anno decisamente atipico per l’inverno - ha contribuito a tenerla alla larga. «A tutt’oggi - snocciola Pregliasco - si sono ammalati poco più di 40mila milanesi». Il freddo quello vero, quello che dura a lungo e che per questo fa proliferare il virus influenzale è arrivato solo ora.
«Nel periodo autunnale - ricorda Pregliasco - grazie agli sbalzi termici lavorano maggiormente gli altri virus». Quelli che sembrano l’influenza ma non lo sono. Magari si manifestano ugualmente col naso chiuso oppure col mal di pancia o ancora con qualche linea di febbre. Ma questo non vuol dire che rientrino nella fattispecie “influenza”. Ci sono ben 260 virus in giro che si “travestono” ma restano sempre para-influenzali. Per essere la “vera” influenza deve necessariamente portare con sé tutti insieme i tre sintomi: febbre alta, difficoltà respiratorie e dolori.
Nella prossima settimana è attesa l’impennata poi la curva, come fa notare l’esperto, solitamente ridiscende per poi risalire a fine febbraio. Insomma, questo sarebbe solo l’inizio ma già dai prossimi giorni è previsto un incremento. A Milano, in Lombardia ma un po’ in tutto il paese. Il trend finora “salutare”, infatti, non è un privilegio tutto milanese. Secondo Pregliasco a tutt’oggi in Italia sarebbero stati colpiti dall’influenza un milione e 250 mila italiani, di cui 208 mila in Lombardia. Per ora i più colpiti sarebbero i bambini, specie in età scolare. Nelle aule il virus si diffonde con una maggiore velocità. Infatti i casi registrati dai medici tra i loro assistiti rilevano tra i bambini più piccoli, e cioè fino a 4 anni quasi 9 influenzati su mille bimbi, che scendono a quasi 5 tra i bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Un “incidenza“ che scende ulteriormente nella fascia di età 15-64 anni a quasi 4 su mille. Anche gli ultrasessantenni se la stanno cavando piuttosto bene con poco più di due su mille nonni colpiti.


I consigli? Quelli di sempre ovviamente. Per un adulto sano tre giorni a letto, caldo e riposo bastano per rimettersi in sesto. Per anziani e bambini un po’ di attenzione in più non guasta. «L’influenza non va mai sottovalutata», avverte il medico.

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