Il centro sociale «Horus occupato» non è più okkupato. Ieri allalba lex Horus Club di corso Sempione 21, a Montesacro, fino ad una quindicina fa danni discoteca frequentatissima dai giovani e da circa un anno nelle mani di un collettivo di sinistra che ne aveva fatto (a sentir loro) «uno spazio culturale», è stato sgomberato dalle forze dellordine. Al momento del blitz nel centro, solitamente occupato da una sessantina di persone, non cera nessuno. Dunque tutto si è svolto senza incidenti, ma non senza sorprese: allinterno dei locali, infatti, la polizia ha sequestrato, oltre a documenti di carattere politico, 7 bottiglie molotov e 17 fumogeni perfettamente funzionanti, tanto che è stato necessario lintervento degli artificieri per mettere in sicurezza gli ordigni. Che poi sono stati consegnati alla scientifica per cercare eventuali impronte digitali e per capire da chi, da quanto tempo e perché fossero stati confezionati.
Lo sgombero è stato disposto dalla Procura con un decreto di sequestro preventivo chiesto dal pm Roberto Felice, su sollecitazione dei proprietari dellimmobile, e disposto dal gip Carlo Santese. Per gli attivisti dellHorus, invece, è stata una vera e propria «operazione militare», interpretata come una «dichiarazione di guerra». E il sindaco Gianni Alemanno ci ha messo il carico, annunciando lavvio di «un lungo periodo di sgomberi» e sottolineando come fosse fondata «la preoccupazione per la presenza di una violenza politica e di una rete che si muove allinterno dei centri sociali». «Dove cè lemergenza abitativa - assicura Alemanno - cercheremo di dare delle risposte anche dal punto di vista sociale, non vogliamo fare interventi duri ma dialogare. Però non è possibile che Roma sia la capitale dei centri sociali occupati e delle occupazioni, perché è un sintomo di illegalità che non può essere tollerato». Immediata la replica degli ormai ex «inquilini» dellHorus, intenzionati a «riprendersi lo spazio»: «Il sindaco si assume in questo modo la responsabilità politica di dichiarare guerra alla città intera, agli spazi sociali, ai movimenti di lotta per la casa, alle reti contro la precarietà, a chi in questi anni ha conquistato diritti e dignità. Il sindaco e la destra vogliono cancellare la straordinaria esperienza dei centri sociali, spazi sottratti alla speculazione e alla rendita, luoghi di produzione culturale, luoghi di libertà». Difendono la loro esperienza i ragazzi dell«Horus occupato» e respingono al mittente le accuse della polizia, lanciandone di altrettanto gravi: «La storia che durante lo sgombero le forze dellordine hanno trovato delle molotov è ridicola, non usano nemmeno un po di fantasia rispetto ai fatti della caserma Diaz a Genova». Rievoca i fatti di Genova anche Andrea Alzetta, capogruppo sa in Campidoglio: «È grave inventarsi il ritrovamento di fumogeni e bottiglie molotov allinterno del centro, ricorda la farsa già vista nel 2001 con la vicenda della Diaz». Il prefetto Mosca mitiga i toni: «Si tratta di un provvedimento del magistrato e quindi ovviamente siamo dovuti intervenire, ma non cè pianificazione». Ma la scintilla è ormai scoccata e nel pomeriggio i centri sociali organizzano un corteo contro lo sgombero dellHorus. Centinaia di persone sfilano con fumogeni e striscioni da via Capraia a piazza Sempione per ribadire che lHorus verrà rioccupato non appena saranno andate via le forze dellordine. Alla fine ci saranno anche cassonetti bruciati e una donna al volante ferita allo zigomo. Tra loro lex consigliere Nunzio DErme, che parla di «attacco politico» e avverte: «Chi tocca uno di noi tocca tutti».
Per Gianni Sammarco, commissario romano di Fi, lo sgombero «è stato un atto necessario a ristabilire una situazione di legalità». «Un fatto gravissimo il ritrovamento di molotov e fumogeni, che non deve passare sotto silenzio», commenta Massimiliano Parsi, consigliere Pdl del Comune.
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