«Aspettavamo le scuse ma non sono arrivate»

Per la massima autorità sunnita, «il Papa ha aggirato la questione». E le Tv arabe: offre dialogo ma non fa ammenda

Roberto Fabbri

I musulmani si aspettavano delle scuse dal Papa, ma non sono arrivate e continuano ad aspettarle. Se le reazioni in Italia dopo l’incontro di Castelgandolfo di Benedetto XVI con gli ambasciatori dei Paesi islamici sono improntate all’ottimismo, lo stesso non si può dire di quelle provenienti dall’Egitto e in particolare da al-Azhar, considerata la principale autorità mondiale del mondo sunnita, e dai Fratelli Musulmani, una confraternita che esprime posizioni più radicali e che ha un ampio seguito, anche politico, nel più grande dei Paesi arabi. Le stesse televisioni pan-arabe, seguitissime nel mondo islamico, hanno rimarcato il fatto che il Papa non si sia scusato con i musulmani. E la stessa Unione mondiale degli Ulema (i «saggi dell’Islam») critica il discorso di papa Ratzinger come privo di novità e ribadisce che il punto dolente rimane la mancata offerta di scuse.
«Tutto quello che il Papa ha detto - afferma il portavoce di al-Azhar Osama Hassan - non sono le scuse chiare che la nostra istituzione ha chiesto. È solo un modo di aggirare le sue precedenti dichiarazioni per placare la rabbia». Dunque il dialogo cui Benedetto XVI è tornato a fare appello «potrà avere luogo solo dopo le scuse ai musulmani». Allo stesso tempo, però, Mohamed Sayed Tantawi, sheikh di al-Azhar e pertanto considerato la massima autorità sunnita, ha affermato in un’intervista che il dialogo con il Vaticano continuerà, anche se il Papa ha manifestato «ignoranza sull’Islam».
Parole non molto diverse da quelle di Hassan ha pronunciato Mohamed Habib, “numero due” dei Fratelli Musulmani: «Il Papa deve avere il coraggio e l’audacia di riconoscere il suo errore sull’Islam e su Maometto. Deve fare delle scuse chiare o cancellare dal suo discorso di Ratisbona i riferimenti offensivi. Non deve aggirare la questione». E «scuse chiare» aveva chiesto già sabato anche il ministro egiziano per gli Affari religiosi Mahmoud Hamdi Zakzouk incontrando una delegazione del Vaticano.
I telespettatori del Medio Oriente hanno ritrovato in evidenza concetti simili nei titoli scelti dalle emittenti arabe che hanno trasmesso in diretta l’incontro di Castel Gandolfo. Per al-Jazeera «Il Papa evita le scuse e invita a un dialogo “vero” e “franco”», mentre secondo al-Arabiya «Il Papa non ha presentato le sue scuse ed esprime il suo “rispetto” per la religione islamica». L’emittente degli Emirati prosegue precisando che «il Pontefice ha chiesto ai rappresentanti islamici di ripudiare la violenza e li ha invitati al dialogo» e che «Benedetto XVI per la terza volta in una settimana ha espresso il suo rammarico per le reazioni provocate dalle sue dichiarazioni, ma non ha presentato le scuse esplicite che molti musulmani reclamavano».
Nei commenti di alcuni dei diplomatici presenti a Castelgandolfo si riscontrano tuttavia anche posizioni più morbide. Per Ahmad Fahima, numero due dell’ambasciata iraniana presso la Santa Sede, «l’incontro è stato positivo (...) per me il caso è chiuso e il dialogo tra il Vaticano e i Paesi islamici dovrebbe continuare (...). Ha già parlato tre volte e ha già chiarito la sua posizione: per quanto ci riguarda, è sufficiente».

Per l’ambasciatore indonesiano Bambang Pryitno «un incontro come questo è fondamentale perché rappresenta lo sforzo della Santa Sede di chiarire la visione del rapporto tra le comunità cristiane e musulmane nel mondo». Peraltro, ha aggiunto, «alcuni ambasciatori sono parsi sorpresi che non vi sia stata una fase di dialogo, ma solo la lettura di un messaggio seguita da un saluto personale a ciascuno dei partecipanti».

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