Politica

Assurdo che gli uomini gongolino per il proscioglimento Ancora una volta è stata la donna a finire sotto esame

di Caterina Soffici

Caro Vittorio Sgarbi, rispondo a te direttamente perché mi tiri in ballo come vetero femminista (sorrido al solo pensiero) e rispondo tramite te indirettamente a tutti i maschi ai quali hai strizzato l’occhiolino ieri da queste colonne gongolando per l’archiviazione (solo penale, ricordiamolo) delle accuse di stupro contro l’ex direttore del Fmi Dominique Strauss Kahn. Sono gli stessi maschi che hanno sostenuto la castroneria per cui un rapporto orale non può essere violento. Gli stessi che considerano le donne corpi da conquistare, usare, tacche da collezionare nel carniere del successo e che si danno di gomito quando il ministro Brunetta afferma che non si è mai vista una Ferrari con a bordo una brutta ragazza.
Poiché tu mi accusi di ritenere DSK colpevole a prescindere in quanto uomo, vorrei chiarirti la mia posizione da vetero femminista che non sono, consigliando a te e a tutti quelli che si danno di gomito in nome di una non ben precisata impunità, la visione di un documentario facilmente reperibile anche su youtube. Si chiama Processo per stupro, e tu da persona colta sicuramente lo conoscerai. Perché all’epoca, nel 1979, fece scalpore. Quando andò in onda su Rai 2 in seconda serata (26 aprile, ore 22.00) totalizzò circa 3 milioni di spettatori (più di quanto ha fatto il tuo programma a spese dei contribuenti in prima serata su Rai1). E poi quando nell'ottobre fu ritrasmesso a grande richiesta in prima serata, incollò davanti al video 9 milioni di italiani.
Non posso aver mai detto che l’uomo ha torto in quanto uomo. Solo un idiota potrebbe sostenere una cosa del genere. Ma di certo l’uomo e la donna, quando si parla di violenza sessuale, non lottano ad armi pari. Perché ancora oggi, ovunque nel mondo, quando ha luogo un processo per stupro, la vittima diventa imputata. E questo spiega perché solo una bassissima percentuale di violenze viene denunciata.
Il filmato di cui ti sto parlando raccontava il processo presso il Tribunale di Latina contro 4 uomini accusati di aver violentato una tale Fiorella, 18enne attirata in un capannone con la proposta di un lavoro di segretaria.
Cosa c’entra una segretaria nell’Italia degli anni Settanta con una cameriera nera a New York nel 2011? Le analogie sono più di quante si possa immaginare. Sai perché quella trasmissione in tv fu così sconvolgente? Perché tutti videro all’opera gli avvocati della difesa. Indugiavano sui dettagli della violenza e sulla vita privata della parte lesa, puntavano a screditarne la credibilità e finivano per trasformarla in imputato. Lo stesso è successo con la cameriera di DSK. Ha già mentito? Vedete, non è credibile. È una cameriera? No, è una prostituta. Ci fu violenza? Ci faccia vedere le ferite.
Comunque vada non sapremo la verità sul caso Stauss Kahn. Questa archiviazione non ha lo stesso valore di un’assoluzione dopo un confronto tra i due. Ma sappiamo già che questa vicenda renderà ancora più difficile per tutte le donne vittima di violenza trovare il coraggio di farsi avanti e denunciare. A Latina a sostenere l’accusa c’era l’avvocato Tina Lagostena Bassi, ex Psi poi eletta nelle file di Forza Italia. Nell’arringa paragonò un processo per stupro a un processo per rapina. Ecco cosa disse: «Nel caso di quattro rapinatori che con la violenza entrano in una gioielleria e portano via le gioie, i beni patrimoniali da difendere, nessun avvocato si sognerebbe di dire, che però il gioielliere ha un passato poco chiaro, che il gioielliere in fondo ha commesso reati di ricettazione, che il gioielliere è un usuraio, specula, guadagna, evade le tasse!».
Niente di nuovo nel caso Strauss Kahn quindi. Si fa il processo alla donna, non si fa il processo all’uomo e ci si dà di gomito tra compari. Così queste scatenate vetero femministe imparano a stare al loro posto.

E le donne molestate a stare zitte.

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