«Attenti a sposarsi senza pensare a ciò che si fa»

«Matrimoni celebrati con superficialità, con leggerezza, senza impegno proprio sul piano della autentica donazione interpersonale, matrimoni evidentemente inconsistenti spesso anche per la loro brevissima durata, ma che talvolta è difficile inquadrare in precise fattispecie giuridiche di nullità proprio perché le parti non “pensano” a nulla». L’avvocato Emilio Artiglieri, presidente del collegio degli avvocati del foro ecclesiastico ligure, ha messo in evidenza ieri, nella sua relazione in apertura dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico, una caratteristica di alcuni matrimoni destinati al fallimento, ma difficili da inquadrare sotto il profilo giuridico per consentire di procedere a un annullamento. Eppure la società contemporanea presenta per la Chiesa anche questa sfida, ovvero quella di rapportarsi anche con chi si sposa per tradizione, ma senza la volontà sincera di vivere il legame con il partner come un sacramento.
«Lo stesso Papa Benedetto XVI - ha detto Artiglieri -, durante un incontro con il clero della diocesi di Aosta nel luglio del 2005, esponeva la sofferenza pastorale di chi non sempre riesce ad offrire sul piano giuridico soluzioni conformi a quello che sembrerebbe suggerire il senso comune. Egli si riferiva in particolare ai casi di quanti erano sposati in Chiesa ma non erano veramente credenti e lo hanno fatto per tradizione, e poi trovandosi in un nuovo matrimonio non valido si convertono, trovano la fede e si trovano esclusi dal sacramento e lo stesso potrebbe dirsi dei tanti matrimoni celebrati come si è detto con superficialità e immaturità e senza alcuna prospettiva di vera comunione interpersonale che nel giro di pochi mesi si avviano allo sfaldamento».
Insomma, una società che consuma e getta velocemente non aiuta la scelta della persona con cui stare tutta la vita, ma ieri l’intervento di Monsignor Alberto Tanasini ha riportato la riflessione anche sui matrimoni saldi e duraturi. «È un inganno alimentare l’idea che il matrimonio fallisca inesorabilmente dopo un po’ di tempo, perché la realtà è che ci sono tante stagioni.

Voglio ricordare tutte le coppie di sposi che vivono con fedeltà, saggezza e lealtà il loro matrimonio», ha detto aggiungendo che l’intento della Chiesa «non può essere quello di inseguire i troppi matrimoni naufragati, ma di tutelare un patto altissimo che non può essere banalizzato».

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