Alla lunga lista di università e istituti scolastici occupati si aggiunge anche la facoltà di Lettere dell'ateneo di Genova. Ancora un'occupazione spinta e organizzata da Cambiare rotta, collettivo comunista che anima le proteste di piazza degli studenti e organizza e pianifica le occupazioni e le manifestazioni. Da quando si è rianimato il conflitto tra Israele e Palestina, questo è diventato il pretesto per sospendere le lezioni. Non tutti gli studenti della facoltà di lettere sono stati concordi ma, come spesso accade in queste occasioni, le minoranze più rumorose sono quelle più attive e quindi, anche nel capoluogo ligure, si è arrivati all'occupazione.
"Come studenti e studentesse dell'università di Genova abbiamo deciso, al termine del corteo studentesco di oggi, di riunirci in assemblea nei locali di Balbi 4 e iniziare l'occupazione della facoltà di lettere e filosofia per dare sostanza pratica alla solidarietà al popolo palestinese contro il genocidio perpetuato dallo stato terrorista di Israele", si legge nel manifesto condiviso sui social del collettivo. Un comunicato quasi fotocopia rispetto anche alle altre facoltà occupate in Italia, da Napoli a Milano, passando per Torino e Padova. Ma non solo.
E sono gli stessi studenti del collettivo di Cambiare rotta a rivendicare anche le altre occupazioni per denunciare "la complicità anche dell'Università di Genova che collabora attivamente all'oppressione del popolo palestinese attraverso accordi con università israeliane, apparati della Nato e aziende belliche". L'ideologia che muove le organizzazioni comuniste è sempre la stessa, inalterata dal dopoguerra. Hanno costruito un'egemonia totale negli ambienti di studio e di formazione del nostro Paese e continuano a fare il bello e il cattivo tempo nelle università e nelle scuole, facendo proselitismo soprattutto tra i più giovani.
"Ci rifiutiamo di essere ingranaggi di questa strage, dai porti alle università: blocchiamo il genocidio, liberiamo la Palestina", concludono nel loro manifesto.
Una posizione molto simile a quella degli studenti che nella manifestazione di Torino hanno incendiato le bandiere di Israele e i manifesti elettorali di un assessore piemontese di Fratelli d'Italia, oltre a scandire slogan legati agli anni di Piombo e al terrorismo rosso. Le scuole e e università sono sempre più asservite alla propaganda e i programmi di studio passano in secondo piano, in nome di una protesta contro il ritorno del merito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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