"Reazione giustificata". La lezione del filosofo Habermas su Israele

Il filosofo tedesco, allievo di Adorno e Gadamer, sottoscrive una lettera a sostegno di Israele e del suo intervento contro Hamas. Nel documento, la preoccupazione per le reazioni antisemite in Germania

"Reazione giustificata". La lezione del filosofo Habermas su Israele
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La reazione di Israele agli attacchi di Hamas è "giustificata, in principio". Il massacro compiuto dai terroristi il 7 ottobre scorso, infatti, fu "di una crudeltà insuperabile", e "volto esplicitamente a cancellare la vita ebraica in generale". È un'analisi lineare e articolata quella messa nero su bianco dal filosofo tedesco Jürgen Habermas, allievo di Adorno e Gadamer nonché uno dei principali esponenti della Scuola di Francoforte. In un momento in cui molti presunti intellettuali e altrettanti accademici tacciono sulle atrocità islamiste e in modo surrettizio le giustificano, il grande pensatore e politologo di Düsseldorf ha preso posizione - assieme ad altri studiosi - in favore di Israele.

Habermas, oggi 94enne, ha in particolare pubblicato sul sito dell'università Goethe di Francoforte una lettera aperta sul conflitto in Medio Oriente, firmata assieme al politologo Rainer Forst, al giurista Klaus Günter e alla storica delle relazioni internazionali Nicole Deitelhoff. Il documento esprime solidarietà a Israele e al riguardo rimarca che alcuni principi "non dovrebbero essere in discussione". Forse, una frecciata a certi colleghi intellò che nelle ultime settimane si erano prodigati nel fare distinguo e nel sostenere che fosse stato l'atteggiamento di Israele a provocare una reazione così dura da parte di Hamas e dei suoi sostenitori.

"Le azioni di Israele non giustificano in alcun modo reazioni antisemite, e tanto meno in Germania", hanno invece spiegato Habermas e gli altri firmatari del documento, entrando a gamba tesa in un dibattito che anche in Germania sta animando l'opinione pubblica. Nel Paese che conobbe gli errori della Shoah, il filosofo 94enne si è detto molto preoccupato dai rigurgiti anti-ebraici emersi nell'ultimo periodo. "È insopportabile che gli ebrei in Germania siano ancora una volta esposti a minacce contro la vita e l'incolumità fisica e debbano temere la violenza fisica nelle strade. Il diritto all'esistenza di Israele e la vita ebraica sono elementi particolarmente degni di tutela in Germania, e l'impegno in questo senso è fondamentale per la coesistenza politica. Il diritto alla libertà e alla protezione dal razzismo vale per tutti. A questo devono attenersi anche coloro che nel nostro Paese hanno coltivato sentimenti e convinzioni antisemite dietro ogni sorta di pretesti", si legge nel documento.

Pur stigmatizzando la presenza di vittime civili su entrambi i fronti ed evocando un "principio di proporzionalità", gli studiosi "guidati" da Habermas hanno osservato che qualsiasi riflessione sul conflitto a Gaza non dovrebbe mai sfociare in uno "slittamento della misura del giudizio" tale da indurre a pensare che Israele intenda compiere contro i civili palestinesi un genocidio. L'eccidio di Hamas e le azioni militari su Gaza - ha in sostanza decretato il pensatore tedesco - non sono paragonabili, perché la reazione israeliana non è uno sterminio intenzionale.

"Nonostante tutta la preoccupazione per il destino della popolazione palestinese, tuttavia, i criteri di giudizio scivolano completamente quando alle azioni di Israele vengono attribuite intenzioni genocide", si legge nella lettera pubblicata sul sito dell'università di Francoforte.

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