Australia delle sorprese Li Na prima cinese in finale «Pensavo al montepremi...»

All’improvviso una piuma. È successo mentre Novak Djokovic vinceva già 7-6, 2-1 e con il servizio stava per salvare una palla break. A quel punto Roger Federer ha visto una piuma attaccata alla rete e ha fermato tutto: gli dava fastidio. O più semplicemente cercava una soluzione. Infatti Roger, a quel punto, è salito fino a 5-2, ma è stata un’illusione, leggera appunto come quella piuma spazzata via. Perché quando il rovescio del re diventa una terribile steccata, è il segnale: non è giornata. Novak Djokovic è insomma il primo finalista degli Australian Open, che non vedrà né Federer - sconfitto in tre set -, né Nadal a giocarsi il titolo: stamattina il superfavorito Murray se la vedrà con Ferrer per l’altro posto nella partita che conta.
Ma soprattutto gli Australian Open quest’anno si confermano il torneo delle sorprese, se è vero che nella finale femminile Kim Clijsters se la dovrà vedere con Li Na, una cinese. Ovvero la prima cinese ad arrivare a una finale di uno Slam. Sorpresa, dunque, ma in fondo non troppo visto che già un anno fa la Li era arrivata in semifinale e con la connazionale Jie Zheng, per quello che già sembrava un miracolo. E invece no: adesso, a 28 anni, al numero 11 del mondo, Na (o Li, come direbbero i cinesi premettendo il cognome) se la gioca, e potrebbe essere davvero una prima volta storica. «D’altro canto - dice lei - io sono sempre stata prima in tutto: la prima cinese ad arrivare nei quarti in uno Slam, la prima cinese a raggiungere poi le semifinali, la prima cinese a vincere un titolo Wta, la prima cinese a entrare fra le Top 20 del mondo e la prima anche ad entrare tra le Top 10...». E quindi...
Quindi lei, la ragazza di Wuhan, è praticamente un mito nel Paese dove il tennis arriva ancora dietro a ping pong e badminton. Quando riuscì a vincere il primo titolo nel circiuto rivelò poi nascoste doti di simpatia e se è vero che una cinese nel tennis - fino a un po’ di tempo fa - era quasi un’eccezione, una cinese come lei è difficile vederla, perché Li Na quando parla racconta, e non poco.
Tempo fa, infatti rivelò la sua prima vita, quella in patria: «Guai a ribellarsi al coach: se ero stanca dovevo comunque andare avanti. Pena – ed è successo – stare ferma nello stesso punto durante gli allenamenti fino a quando non ci si piegava a chiedere scusa. Nel mio caso in questione è successo dopo tre giorni...». Eppoi: «Una volta non potevo portare gli orecchini, e se pensavo di andare a fare shopping durante un torneo dicevano che era la causa delle mie sconfitte. Adesso il mio coach attuale mi dice: gioca a tennis e sii felice. Ora lo sono».
Così felice che quel coach, Jiang Shan, poi se l’è sposato. E mentre lui rifugge da obbiettivi e microfoni, lei più spigliata spiega così la vittoria contro la Wozniacki, 3-6, 7-5, 6-3 dopo aver annullato anche un match point: «Sono proprio contenta, perché non ho dormito tanto bene stanotte. Mio marito russava troppo forte, io mi svegliavo, e lui nel sonno mi diceva: “Relax, relax”. E io: “ma come faccio?”». Risata generale. E quindi: «Cosa ti ha stimolato a rimontare questo match che ad un certo momento sembrava perduto?». Risposta pronta: «Il montepremi...». Altra risata.
Ecco: questo è il tennis moderno secondo Confucio, o quantomeno secondo i cinesi che stanno per invadere il circuito.

E forse è per questo che Roger Federer sembra ora così vecchio, anche se lui sibila ancora con rabbia: «Io finito? Ci rivediamo tra sei mesi». Magari ha ancora ragione lui, perché in fondo lo pensava proprio Confucio. Che diceva: chi ride ultimo pensa più lentamente.

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