Roma

Autonoleggiatori: ecco le vere cause della ribellione

I rappresentanti dei noleggiatori: «Daremo battaglia. È una legge incostituzionale»

Daniele Petraroli

Prosegue a oltranza l’agitazione degli autonoleggiatori contro la legge regionale numero 7 del 2005. Obiettivo, adesso, non solo la Giunta Marrazzo ma anche il sindaco Walter Veltroni. «Questa legge è del tutto incostituzionale - ha spiegato Mauro Maggi, coordinatore di Federnoleggio -. Se entrasse in vigore noi potremmo esercitare il nostro lavoro dovunque in Italia e in Europa ma non nella Capitale. E il paradosso è che i nostri colleghi europei, invece, a Roma potrebbero farlo».
Ma andiamo con ordine. Oggetto del contendere è la legge approvata dalla Giunta Storace che regolamenta il noleggio con conducente nella Capitale. La nuova normativa prevede all’articolo 5 che l’inizio del servizio debba avvenire nel comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Dunque, quando entrerà in vigore, non potranno più lavorare dentro Roma gli Ncc (noleggiatori con conducente) che non abbiano il «permesso» capitolino. Soddisfatti i tassisti, che in tal modo eliminerebbero la concorrenza, decisamente meno i circa 2.300 autonoleggiatori che lavorano all’interno del Raccordo. A complicare le cose, poi, la campagna elettorale. I primi si sono schierati con Storace mentre i secondi hanno sostenuto Marrazzo che aveva promesso di rivedere la normativa una volta eletto. E siamo così alla cronaca dei giorni passati. La nuova maggioranza di centrosinistra alla prova dei fatti, però, si è dimostrata meno coesa di quanto annunciato in campagna elettorale. Se da una parte il capogruppo della Margherita alla Pisana Mario Di Carlo spingeva per rivedere la legge, altri membri della Giunta regionale erano più cauti. «La maggioranza si è spaccata sulla questione perché hanno il problema Veltroni - ha spiegato Giulio Aloisi, consigliere Conftrasporto-Anitral e rappresentante del coordinamento dei noleggiatori - Il sindaco ha firmato lo scorso anno un protocollo d’intesa con i tassisti (con il quale sono state decise 450 nuove licenze da rilasciare nel 2006 ndr) che ora fanno il bello e il cattivo tempo».
La protesta proseguirà a oltranza nei prossimi giorni. Obiettivo, ottenere prima un rinvio dell’entrata in vigore della 7/2005 al 31 dicembre o almeno al 31 ottobre, poi un cambiamento radicale della legge. «Il problema rischia di diventare di ordine pubblico e sociale - ha proseguito Aloisi - c’è il rischio che dal prossimo 6 settembre, quando dovrebbe entrare in vigore, perdano il proprio lavoro 2.300 persone, tutti quei noleggiatori che operano a Roma avendo però l’autorizzazione di un altro Comune». Oltre alle manifestazioni gli Ncc minacciano anche le vie legali. «Innanzitutto - ha concluso Aloisi - abbiamo dubbi su una legge che è stata votata in un periodo pre-elettorale. Secondo noi è stato un voto di scambio. Inoltre ci siamo già rivolti alla Comunità europea. Questa legge infatti rischia di far aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia».
Intanto in favore dei noleggiatori si sta compattando un fronte trasversale.

Se l’assessore capitolino al Personale Giovanni Hermanin giudica la 7 del 2005 «radicalmente incostituzionale», lunedì, in un incontro con i rappresentanti degli Ncc, anche il nuovo capogruppo di An alla Pisana Fabio Rampelli ha dato la sua disponibilità a mediare tra le parti.

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