Avellino Rodríguez Alonso & C.

Anche l’antichissimo ordine degli agostiniani pagò il suo tributo di sangue nella guerra civile spagnola del 1936. Più di centocinquanta sono stati beatificati come martiri. Oggi ne ricordiamo un gruppo di sessantacinque che sono detti «martiri dell’Escorial» perché la maggior parte di loro viveva nel monastero omonimo di Madrid. Il gruppo prende il nome da padre Avellino Rodríguez Alonso, che a quel tempo era priore della provincia agostiniana madrilena. Forse si chiamava Avellino in onore di s. Andrea Avellino ma è una nostra supposizione. Era nato a Santiago Millas (León) ed aveva cinquantasette anni. Agostiniano dal 1897 e sacerdote dal 1904, era laureato in giurisprudenza, abilitato all’esercizio dell’avvocatura ed aveva insegnato diritto civile. Nel 1936 i miliziani fecero irruzione nel monastero e trascinarono via tutti quelli che trovarono, il priore in testa. Li rinchiusero nel convento cittadino di San Antonio, trasformato in carcere per l’occasione. Tra il 28 e il 30 novembre li portarono in località Paracuellos del Jarama e li fucilarono, buttandone i corpi in una fossa comune. Qui non abbiamo lo spazio per elencare i nomi e dobbiamo limitarci a cenni generali. Innanzitutto diciamo che due di loro furono uccisi altrove: Antonio María Arriaga fu assassinato nelle vie di Madrid e José Esnaola nella vicina Leganés.

Il più giovane era Luís Abia Melendro, diciassette anni. Il più vecchio, Miguel Cerezal Calvo, sessantasette. Ma i più erano nati nel secolo XX, alcuni erano diciottenni. Uno non era nemmeno spagnolo ma cubano: José Lopez Piteira.

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