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Avviso sulle etichette: «Bevete sì, ma con sobrietà»

Il ministro Alemanno annuncia: «Il vino non è una droga, ma non bisogna mai esagerare»

Avviso sulle etichette: «Bevete sì, ma con sobrietà»

nostro inviato a San Patrignano
Francesca oggi è cuoca e vorrebbe fortemente diventare chef. Non solo la stessa cosa: chef, il capo, comanda e decide, un cuoco cucina e quasi sempre obbedisce e per una che conobbe la droga a 14 anni, e che per caso si ritrovò ricoverata a San Patrignano 14 anni dopo, poter tornare alla vita da protagonista cucinare ha un sapore che va ben oltre tutti i meravigliosi piatti che per tre giorni hanno profumato e illuminato la comunità fondata da Vincenzo Muccioli e diretta ora da suo figlio Andrea. Squisito seconda edizione è stata sulle colline sopra Rimini una carrellata di produttori, cantinieri, chef, giornalisti, ministri, tutti i protagonisti dell'universo gola, e loro, i ragazzi di «Sanpa», a lavorare alla pari con chi arriva da fuori.
E così ecco le grandi firme della gola italiana, Pierangelini e Cedroni, Lidia Alciati ed Ezio Santin, Massimo Bottura e Massimiliano Alajmo, Davide Oldani e Pietro Leemann creare, fare e pensare accanto ad anonimi Francesca e Guido, Fabio e Mirko, Franco e Danilo, con i ragazzi degli istituti alberghieri e di quelli agrari coinvolti pure loro in un concorso tra squadre regionali. Tema: la miglior interpretazione del pesce con il formaggio, terreno minato che ha visto brillare, e il verbo non è stato scelto a caso, la Puglia davanti a Trentino-Alto Adige e Friuli. Questa difficoltà di mixare due opposti spiega bene la serietà di Squisito, dove non si fanno sconti, dove non ci si piange addosso e dove tutti sono rispettati, anche chi ha storie tossiche alle spalle e altrove verrebbe messo in disparte. Ed è in questa ottica che si spiega un convegno come quello di ieri mattina, presenti dal ministro Alemanno al produttore Angelo Gaja al professor Sirchia. Argomento: il vino è una droga? Un tempo era di sicuro un alimento e un piacere, oggi non è più fonte di nutrimento e molti lo bollano come veleno. Sirchia si raccomanda di «bere con moderazione», Gaja, the king per gli americani, di «bere con educazione», Andrea Muccioli di «bere con equilibrio», ricordando come «chi cerca lo sballo è pronto a tutto e non si ferma davanti agli slogan». Gli ha fatto intelligente eco Alemanno: «Il vino non è una droga, è un piacere e se c'è chi eccede, e arriva alla dipendenza, lo fa per problemi di equilibrio psichico suo, non perché il vino in sé porta alla dipendenza come invece diverse droghe che non controlli fin dal primo momento. Se uno sballa dando testate contro un muro, dovremmo abbattere tutti i muri?». E allora ecco il ministero rilanciare un invito di Muccioli che sulle sue bottiglie appone la scritta «Il vino è piacere e salute. Bevi con sobrietà». Il ministero delle politiche agricole inviterà i produttori a fare altrettanto.

E se Storace, ministro della Salute, volesse scrivervi «il vino uccide», parafrasando quanto succede col tabacco? «Un calcio nel sedere, ma non lo farà», parola del suo collega «piacevolista».

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