Nino Materi
Afferrate i piedi di quello più magro del gruppo e trascinatelo col sedere sulla sabbia fino a formare un profondo solco a zig zag al cui interno si rincorreranno biglie di varie dimensioni, spinte a forza di «spizzicate» dove indice e pollice ricoprono un ruolo chiave. Era il gioco simbolo delle estati anni 50-60, quando sulla spiaggia ci si andava forniti di tutto punto (ombrellone, sdraio, teglia di pasta al forno, cotolette, frutta varia, bottiglia di acqua Idrolitina, fiasco di vino). Lunica spesa voluttuaria concessa era - quando andava bene - un ghiacciolo o, al massimo, un Mottarello Algida (solo i più «ricchi» potevano permettersi la mitica Coppa Smeralda). Oggi che i bambini in riva al mare snobbano paletta e secchiello preferendo accompagnare il papà sullacquascooter, quasi nessuno dei baby-villeggianti ha più memoria dei «vecchi giochi» che dallItalia del boom economico hanno scandito la crescita del nostro Paese. Un rapido progresso nel modo di divertirsi riflesso anche della velocità con cui stava cambiando la società. Dallonnipresente calcio balilla nei chioschi e nei bar, allhula hoop fatto roteare a ritmo di rock n roll; dai cerchietti alle bocce; dai racchettoni allelastico: tutto allinsegna di unausterity che affondava le proprie radici più nella coscienza degli uomini che nella crisi petrolifera. I bambini e gli adulti di oggi che quei «giochi antichi» non li hanno mai fatti o hanno smesso di farli da un pezzo, potranno riscoprirli andando ogni sabato e domenica nel bel parco dellIppodromo San Siro di Milano dove, con la collaborazione del Trenno Gruppo Snai e la Bottega del Gioco Dimenticato, un gruppo di animatori farà conoscere ai bimbi i giochi «di altri tempi», con i quali sono cresciuti i loro nonni e i loro papà. «Il nostro progetto - dice Claudio Corradini, presidente di Trenno Spa - è far tornare llIppodromo di San Siro un luogo dincontro per i milanesi, con unofferta di intrattenimenti rivolta a tutte le età. Attività per bambini, ma anche mostre sulla storia dellIppodromo e, con lHippo-Hour, cocktail dedicati ai più grandi campioni della storia dellippica».
«Abbiamo realizzato unindagine per capire comè cambiato il gioco tra i più piccoli - sottolinea Saro Trovato, presidente di Eta Meta che ha realizzato una ricerca ad hoc -. Quello che appare è la convivenza di giochi tradizionali con quelli ad alta tecnologia, ma anche il rischio che giochi con cui nonni e genitori sono cresciuti scompaiano completamente».
Ma quali sono i giochi a cui si sentono più legati e che vorrebbero portarsi sempre dietro? Al primo posto, sicuramente i videogiochi, tanto che il 58% non li lascerebbe mai a casa, nemmeno per passare una giornata al parco. Al secondo posto il pallone, da calcio per i maschietti e da pallavolo per le femminucce (49%) e, con larrivo del caldo, immancabili pistole ad acqua (37%), biciclette (34%) e giocattoli radiocomandati (29%). Bocce, biglie e il repertorio classico? Snobbato: solo il 5% dice di giocare a biglie con gli amici. Praticamente sconosciuta la «lippa». Istruzioni per luso: «Per questo gioco serve un legno di circa 3 cm di diametro e 10-15 cm di lunghezza, appuntito ad entrambe le estremità. Il bastone (la «lippa», appunto) viene appoggiato per terra e con un altro bastone si colpisce una delle estremità della «lippa», in modo da sollevarla da terra. Con un altro colpo di bastone la si colpisce in volo, cercando di lanciarla il più lontano possibile». Il massimo è colpire la zucca di un compagno.
Infine due parole sul «Going», uno dei giochi di «maggior successo» degli anni 70.
Praticamente, il gioco più stupido del mondo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.