«La banca guarda al futuro con fiducia»

Nel 2009, l’ad di Unicredit, Alessandro Profumo, è stato il banchiere più pagato d’Italia. Nel dettaglio, secondo quanto si rileva dal progetto di bilancio 2009 della banca, che sarà sottoposto all’assemblea dei soci del 22 aprile, al manager genovese sono stati riconosciuti 651mila euro sotto forma di bonus e altri incentivi, che vanno a sommarsi a emolumenti e altri compensi per un totale di 4,3 milioni, contro i 3,5 milioni percepiti nel 2008, quando Profumo era rimasto a secco di bonus.
Insomma, all’ex McKinsey è andata meglio che a Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, l’altra grande banca italiana, che nel 2009 ha guadagnato 3,5 milioni, sebbene l’istituto di Ca’ de Sass non abbia dovuto battere cassa tra i soci con aumenti del capitale. La banca di Piazza Cordusio, invece, nel gennaio 2009 e nel gennaio di quest’anno ha dato il via a operazioni di ricapitalizzazione per un totale di sette miliardi. Quanto all’ultimo aumento, pari a quattro miliardi e completato a fine gennaio, il presidente della banca, Dieter Rampl, nella lettera agli azionisti che accompagna il fascicolo di bilancio 2009, ne fa una valutazione positiva: «Ha rafforzato la nostra posizione finanziaria e ci ha dato la libertà e la flessibilità necessarie a sostenere il flusso di credito alle tante piccole e medie imprese che hanno un’importanza vitale per la salute delle comunità locali in tutta Europa».
Rampl, il cui compenso nel 2009 è stato nel complesso pari a 1,6 milioni, sottolinea inoltre l’importanza per Unicredit di presidiare l’area del Centro e dell’Est europeo, che «continua a essere uno dei nostri principali punti di forza». Anche Profumo, nel suo messaggio rivolto ai soci, sottolinea l’importanza dell’ultimo aumento di capitale: «La migliore garanzia che possiamo offrire ai nostri stakeholder è la nostra solidità oggi rafforzata grazie alla riduzione del peso delle attività non strategiche, al recupero di efficienza, nonchè all’aumento di capitale. Abbiamo scelto di rivolgerci al mercato e il successo dell’operazione dimostra come, durante un anno certamente non facile, abbiamo saputo salvaguardare la nostra reputazione, conservando la fiducia dei nostri investitori».
Quanto alle prospettive per il 2010, Profumo ritiene che sia «ancora presto per un ritorno alla normalità», ma che i risultati fin qui raggiunti permettano «di guardare al futuro con fiducia». Profumo affronta anche la spinosa questione della Banca Unica, che nei giorni scorsi ha creato non poche tensioni con le Fondazioni azioniste di Unicredit. In attesa che il riassetto sia varato dal consiglio straordinario del 13 aprile, Profumo spiega che il progetto «indirizza le nostre azioni verso una maggiore vicinanza ai nostri clienti, interni ed esterni, e ai territori in cui operiamo».


Intanto ieri, il vicepresidente del Codacons, Bruno Barbieri, durante una conferenza stampa, ha sostenuto che Unicredit fosse a conoscenza del rischio di insolvenza che gravava sui bond Lehman Brothers già un mese prima del crac. Ma la banca, secondo Barbieri, avrebbe informato del pericolo solo i clienti che compravano le obbligazioni e non quelli che le avevano già in portafoglio.

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