Bankitalia: «Ci saranno effetti restrittivi sull’economia»

Roma«L’aggiustamento dei conti pubblici, necessario per evitare uno scenario ben più grave, avrà inevitabilmente effetti restrittivi sull’economia». In un’audizione al Senato, dove la manovra viene esaminata in prima lettura, il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Ignazio Visco, non può che confermare l’inevitabile conseguenza della correzione dei conti sull’economia reale. E così, il prodotto interno lordo 2011 «potrebbe essere inferiore al punto percentuale - ipotizza - e ancora più debole nel 2012». Allo stesso tempo, rileva Visco, l’azione di risanamento dei conti «non ha alternative: ogni altro scenario condurrebbe a risultati ancora più traumatici per il Paese». Ecco perché l’entità complessiva dell’aggiustamento dei conti «non può essere ridotta».
Si potrebbe dire, interpretando le parole di Bankitalia, che la medicina ha gravi effetti indesiderati, ma senza di essa si muore. Si ripropone anche stavolta la scelta, di fatto impossibile, fra rigore e crescita. Proprio lunedì, il Fondo monetario internazionale ha stimato per il nostro Paese una crescita dello 0,9% quest’anno e dello 0,7% l’anno prossimo. Inoltre, il rallentamento italiano avviene in un contesto internazionale molto negativo, e dunque si rischia «una fase di stagnazione» che avrebbe impatto anche sulla riduzione del rapporto debito-pil. Allo stesso temo, rileva Visco rispondendo alle domande dei senatori, quel che è stato discusso e proposto al vertice di maggioranza ad Arcore deve tener conto di un punto fondamentale: «Non si possono ridurre le dimensioni complessive della manovra».
È poi importante che gli effetti della manovra-bis vengano «monitorati continuamente». Ove insorgessero dei dubbi, avverte Visco, «bisogna avere capacità di intervento». Se poi la manovra fosse accompagnata da un piano di rilancio dell’economia, questo «risolverebbe in parte anche i problemi di fiducia dei mercati», che ieri hanno accolto le decisioni di Arcore con reazioni contrastanti: un allargamento dello spread nel rendimento fra i Btp decennali e i corrispondenti titoli di Stato tedeschi; ma anche un esito positivo delle aste di Btp a tre e dieci anni, con rendimenti in calo sensibile (oltre mezzo punto sull’asta precedente), e domanda in linea con l’offerta.
Alcune delle considerazioni nel testo che Bankitalia ha preparato per l’audizione appaiono superate dagli eventi. Ad esempio, le stime di aumento della pressione fiscale sino al record del 44,5% del pil nel 2014 non tengono conto della cancellazione del «contributo di solidarietà». Dal lato dei tagli, non è facile calcolare quanto le nuove norme sulle pensioni potranno pesare sulla spesa previdenziale. Il suggerimento di Bankitalia su questo fronte resta comunque quello di portare prima possibile a 65 anni l’età delle donne per il pensionamento, anticipando l’innalzamento al 2012.

Inoltre, un incremento dell’Iva o delle imposte sugli immobili potrebbe consentire la riduzione dei contributi che pesano sulle buste-paga. Quanto al taglio delle province, l’aspetto simbolico è importante, ma l’effetto finanziario sarebbe «nell’ordine delle centinaia di milioni, e non di miliardi».

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