Bargnani contro Belinelli mini-derby italiano in Nba

Per il bolognese pochi minuti e tanta panchina: forse non era pronto al salto

Volevano la bicicletta della Nba i ragazzi d'oro del nostro basket, il romano Bargnani svezzato a Treviso, il bolognese Belinelli cresciuto dalla Fortitudo, ma adesso hanno scoperto che devono pedalare se vogliono stare in piedi, pedalare più forte nella domenica dove si troveranno faccia a faccia, uno con Toronto, l'altro con i Golden State Warriors, rischiando di potersi salutare soltanto come comparse sul campo dei Raptors.
La Nba sembra averli stritolati al primo abbraccio: la seconda stagione per il mago Bargnani è diventata un tormento più di quella passata ad imparare da numero uno delle scelte quando fu spinto in campo dalla dirigenza contro il parere dell'allenatore che poi ha vinto il premio come miglior tecnico; quella d'esordio per il Beli dall'occhio di falco è diventata un urlo alla luna dopo aver avuto tanto spazio nel precampionato dove, come si diceva in quel film, lo hanno pesato, misurato e, per adesso, non lo hanno ritenuto idoneo. Non giocano quasi più, entrano soltanto per dare respiro ai veri titolari, si avviliscono in panchina.
Toronto, che ha riscoperto l'hombre vertical Garbajosa, punito dalla società per troppo amore verso la Spagna con rischiosa partecipazione all'Europeo, ha dato in tutto 4'35" a Bargnani nella vittoria all'Air Canada Arena contro Indiana: 1 tiro sbagliato, 1 stoppata subita, 3 falli quasi subito, 1 palla persa. Il grande capo Nelson, che pure aveva promesso di cercare uno spazio adeguato al ragazzo italiano, ha utilizzato Belinelli per 2'28" nella prima vittoria stagionale dei suoi Warriors contro i Los Angeles Clippers.
Anche i ricchi devono piangere, perché questi due ragazzi hanno avuto contratti alti: Bargnani per la stagione prenderà 4.838.880 dollari, mentre Belinelli come matricola è a 1.345.800. Anche per loro l'avventura nasconde trappole pericolose.
Oggi saremo tutti davanti alla televisione, diretta dalle 19 su Sport Italia per la partita all'Air Canada Center fra i Raptors e Golden State, ma c'è la quasi certezza di non vederli in campo per più di qualche minuto e non quando conterà davvero.
I pessimisti, quelli che hanno sempre consigliato prudenza nelle scelte di vita, sembrano avere ragione. Gli altri, quelli che per tutta l'estate hanno guardato alla carta del pacco, ma senza aprirlo davvero, ora non sanno cosa dire salvo le solite banalità: è normale che per i giovani il tirocinio Nba sia lungo, durissimo. D'altronde anche gli americani che vengono in Europa con la testa altrove, fanno una grande fatica e molti di loro sono già stati protestati, svenduti.
Cosa stia capitando a Bargnani non può sorprendere dopo averlo visto con un ruolo da protagonista nei campionati europei: bella mano, tira da dove nessuno può contrastarlo, ma poco altro nello sviluppo del gioco, un estraneo nella squadra di Recalcati anche se poi la colpa se la sono presa i compagni "invidiosi" e l'allenatore che non gli ha creato gli stessi giochi che all'inizio di stagione lo facevano andare forte anche con Toronto. La situazione di Belinelli è molto diversa perché il giocatore non era pronto al grande salto, anche se il ragazzo è maturato come uomo, se ha fatto progressi, se mentalmente era pronto a tutto, alla gavetta, a portare i panni sporchi, a giocare poco.
Per Bargnani due passi indietro, per Belinelli nessuno in avanti anche se giocatori europei più quotati di lui, come il lituano Jasikevicius, ora tornato in Grecia, lo avevano avvertito che sarebbe stata durissima.

Peccati di gola per stare nell'altro mondo, una sofferenza annunciata nella speranza che a Natale trovino sotto l'albero qualcosa per non farli pentire delle loro scelte anche se in Italia si fa presto a creare giocatori per la Nba sapendo bene che da quelle parti, come nel nostro calcio, gioca chi ha veramente fame.

Tv: diretta Sportitalia ore 19

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