nostro inviato
a Rochester (Usa)
Lamericano medio mangia poco più di 5 chili di pasta allanno; litaliano 28. Il mercato Usa, 300 milioni di consumatori, è destinato a crescere; quello italiano è stagnante da anni.
Il raddoppio della Barilla in terra statunitense è in queste cifre: dieci anni fa la società di Parma aprì il primo stabilimento ad Ames, nello Stato dello Iowa, il granaio dAmerica. Allora la quota di mercato del gruppo italiano negli Stati Uniti, coperta con limport in arrivo dallItalia, era così piccola da non essere rilevata. Oggi, con un sonoro 26%, il gruppo è il leader nel suo settore, il marchio è sempre più diffuso e gli Usa sono il secondo mercato dopo la penisola.
Per questo ieri dallItalia sono arrivati tutti e tre i fratelli Barilla, Guido (il presidente), Paolo e Luca (i vice) per inaugurare lo stabilimento di Avon, paesino a pochi chilometri da Rochester, una settantina dalle cascate del Niagara, nello Stato di New York. In tutto ci sono voluti investimenti per 75 milioni e un paio danni dalla decisione allentrata in funzione delle linee produttive.
Ora lobiettivo dichiarato dal gruppo italiano è quello di raggiungere negli Stati Uniti una quota di mercato del 40%, lasciandosi decisamente alle spalle il rivale più temibile, il gruppo Ebro Puleva, di proprietà spagnola, che schiera tra laltro il marchio Ronzoni, noto soprattutto sulla costa est.
Barilla ha dalla sua il vantaggio di essere lunico brand conosciuto e commercializzato in tutto il Paese. La cosa si traduce in un vantaggio soprattutto in termini di comunicazione e ha contribuito non poco al buon andamento della filiale Usa, 300 milioni di dollari il fatturato nel 2006, che questanno prevede una crescita del 13% contro una previsione di crescita del 7% della GR fratelli Barilla (2,3 miliardi il giro daffari della società, che esclude Kamps e Harrys, e 4,1 miliardi quello della holding).
Per i piani degli italiani in America lavversario più temibile è rappresentato comunque dalle diete. Specie quelle sbagliate. Come dimostrato dal revival improvviso della dieta Atkins, basata sulle proteine della carne, che si è tradotto qualche tempo fa in una battuta darresto imprevista della crescita di Barilla Usa.
Quanto alle attività del gruppo nel suo complesso il primo nodo resta la querelle con il Banco Popolare sulla opzione di vendita rivendicata dallistituto di credito sul 41% della tedesca Kamps.
«Presto arriverà il primo lodo degli arbitri - ha detto ieri Guido Barilla -. Se ci obbligheranno a quotare Kamps, lo faremo, anche se a malincuore, visto che non ci sembra la soluzione preferibile». Entro fine anno potrebbe essere infine realizzato laumento di capitale già deliberato in estate.
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