Il Basso Piemonte diventa la nuova capitale dei delitti

Gli abitanti di Arquata increduli di fronte alla tragedia

Il Basso Piemonte diventa  la nuova capitale dei delitti

nostro inviato ad Arquata (Alessandria)
Nei bar di Arquata Scrivia, ieri non c’era musica. «Una tragedia, non riusciamo a crederci - racconta la signora dietro al banco del Caffè Teatro - sono cose che senti raccontare in tv, ma quando ti capitano vicino... Io li vedevo spesso». La barista parla dei coniugi Grassano. Angelo, 55 anni, falegname, ieri poco dopo mezzogiorno è stato portato nella caserma dei carabinieri. Il corpo di sua moglie Mariangela, 54 anni, e della figlia Antonella, 21, sono stati trovati senza vita nel loro letto con il cranio fracassato. L’uomo ha detto di «Non sapere perché l’ha fatto» e ha indicato dove trovare l’arma, un martello. «Siamo sconvolti» ripetono gli amici di Antonella e suo fratello, al momento dell’assassinio fuori città. Nei negozi di via Libarna, illuminata dalle luminarie natalizie, non si parla d’altro. «Due bravi ragazzi e due bravi genitori - racconta il parroco - i ragazzi hanno frequentato l’oratorio, madre e padre facevano parte della nostra filodrammatica». Erano ad Arquata da più di trent’anni. «Angelo? Un bravissimo artigiano, non posso credere a quello che sento» racconta una signora davanti al municipio, dove lavorava Mariangela. Poche vie più in là, c’è un cortile su cui s’affaccia una serie di appartamenti. Il furgone del falegname è posteggiato davanti a casa. «Brave persone - dicono due vicini guardando le finestre buie - ci avrei messo le mani sul fuoco».
Tragici i precedenti degli ultimi anni, con una sequenza di delitti efferati che hanno sconvolto la fisionomia di una terra nominata per le risorse agricole e ambientali e per una condizione sociale di assoluta serenità.

Poi, il delitto dei due metronotte alla Barbellotta, autore il serial killer Donato Bilancia, il massacro di Novi Ligure, Erika e Omar, i fidanzatini che uccidono con centinaia di pugnalate mamma e fratellino di lei, l’omicidio del tassista genovese Alessandro Garaventa per mano di Aldo Montessoro. E solo nell’ultimo mese, altri tre episodi delittuosi in ambito familiare ad Alessandria città e provincia. Episodi che diventano ricorrenze inquietanti.

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