Antonio Signorini
da Roma
La Banca centrale europea è cautamente ottimista sulla crescita, un po meno sullinflazione. Ed è soprattutto preoccupata per lo stato dei conti pubblici di cinque Paesi dellarea euro: Italia, Germania, Francia, Portogallo e Grecia. Nellultimo bollettino mensile diffuso ieri la Bce ha ribadito le motivazioni alla base della politica sui tassi di interesse. Linflazione armonizzata nei prossimi mesi «si dovrebbe mantenere sostanzialmente intorno ai valori attuali» che sono stati del 2 per cento in maggio e del 2,1 per cento di aprile. Un lieve aumento nellanno in corso potrebbe essere causato dal perdurare degli elevati costi petroliferi, dallimposizione indiretta e dai prezzi amministrati. Per il momento il costo del denaro è adeguato. «Il livello eccezionalmente basso dei tassi di interesse su tutte le scadenze - si legge nel bollettino - continua a sostenere in misura considerevole la crescita economica nellarea delleuro» e segnala «la presenza di abbondante liquidità nellarea».
La nota più ottimistica del bollettino di giugno è quella che riguarda la crescita economica che «dovrebbe registrare un graduale miglioramento nel prossimo futuro». La maggior parte dei recenti indicatori, precisa listituto guidato da Jean-Claude Trichet, «permane, nellinsieme, orientata al ribasso», ma, guardando al futuro, «vi sono le condizioni affinché le prospettive possano tornare in linea con i dati positivi sui fondamentali». Nel dettaglio, secondo le nuove stime del bollettino laumento del Pil nel 2005 dovrebbe attestarsi tra l1,1 e l1,7 per cento nel 2005 a fronte di una stima precedente che accreditava, a marzo, una crescita tra l1,2 e il 2 per cento. Per il 2006, invece, laumento dovrebbe essere compreso tra l1,5 e il 2,5 per cento.
A preoccupare sono le prospettive di medio e lungo termine dei conti di una parte importante di Eurolandia, tutti destinati a peggiorare. Nella zona della moneta unica ci sono «ampi squilibri di bilancio presenti in diversi Paesi» che «dovrebbero mantenersi o persino aggravarsi». Il disavanzo complessivo continuerà ad attestarsi intorno al 3 per cento del Pil, precludendo così una sufficiente riduzione del rapporto medio debito-pil.
Alcuni Paesi questanno supereranno il rapporto deficit-Pil. E questi sono Germania, Grecia, Italia e Portogallo. Nel 2006 sarà la volta di Grecia, Francia, Italia e Portogallo. Alla fine dellanno prossimo, secondo la Bce, è «probabile che meno della metà dei Paesi dellarea abbia conseguito una posizione di bilancio prossima al pareggio o in avanzo». La causa, per quanto riguarda Italia e Portogallo è un «allentamento delle politiche di bilancio che si tradurrà in disavanzi ampiamente superiori al 3 per cento dal momento che gli interventi di risanamento sono insufficienti a compensare il venir meno delle misure temporanee e altri andamenti di bilancio sfavorevoli». Per lItalia il dato negativo del deficit sarà influenzato anche dalla «debole crescita economica». Per quanto riguarda Francia, Germania pesano troppo le una tantum.
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