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Beckham: "Ecco perché ho scelto il Milan"

Parla Lo "Spive boy": "Dopo Manchester e Real, voglio chiudere col club più famoso al mondo. Considero un onore giocare con Kakà". E Ancelotti rilancia: "Non farà il turista, fosse per me lo prenderei a titolo definitivo, può giocare al posto di Pirlo"

Beckham: "Ecco perché ho scelto il Milan"

nostro inviato a Milanello

Adriano Galliani scommette: «Se il Milan vince a Bergamo diventa l’anti-Inter. Se non vinciamo torniamo a metà classifica». Carlo Ancelotti prende nota e raccomanda: «L’importante è non fare regali all’Atalanta come a Bologna e Genoa perchè poi è dura raddrizzare i risultati». Se le cose stanno così, allora, questo di Bergamo può essere uno svincolo decisivo per la stagione del Milan accreditato di aspettative tricolori ma ancora dietro l’Inter, il rivale dichiarato, staccato di 3 punti nonostante lo scontro diretto già vinto. «Non c’è troppo derby in queste ore, ognuno va per la propria strada» Ancelotti minimizza la rivalità rinfocolata dall’ultimo duello rusticano tra Moratti e Galliani, complice i commenti acidi su David Beckham che continua a farla da padrone. Persino a poche ore dal viaggio fuori porta. «È una trasferta insidiosa» sintentizza Ancelotti consapevole delle raccomandazioni rivolte da Del Neri ai suoi, «puntiamo tutto su velocità e pressing se vogliamo resistere al loro tasso di classe».
E invece a Beckham si ritorna, nelle pieghe di un sabato di ordinario inseguimento al primato interista, scandito dai complimenti per Gattuso («ho temuto che potesse andare via, non che perdesse colpi, vedo come si allena tutti i giorni, finora è stato il più continuo nonostante i suoi infortuni al polso e al ginocchio») e dalle briglie sciolte per Ronaldinho («non sarò io a obbligarlo a giocare in una determinata posizione, lui preferisce il centro-sinistra, Kakà gradisce il centro-destra, l’importante è che entrambi rientrino e diano una mano» la lezione tattica). L’argomento viene introdotto da un interrogativo piovuto a fine conferenza, microfoni già spenti, telecamere inattive ma taccuini aperti, anzi spalancati. «Se potessi, lo prenderesti a titolo definitivo Beckham?» la domanda cui Ancelotti, rilassato, risponde di slancio: «Certo che sì». E via allora con l’ennesimo capitolo della nuova storia, diventata già un romanzo popolare, prim’ancora di cominciare pubblicamente. E destinata a conoscere l’inevitabile prologo con la presenza di Beckham in Dubai, dal 29 dicembre al 7 gennaio, periodo canonico destinato alla preparazione invernale dei berlusconiani. «Non lo considereremo un turista» fa sapere deciso Ancelotti a un cronista inglese che immagina sfracelli nello spogliatoio di Milanello per la presenza ingombrante dell’inglese. «Da noi non esistono titolari inamovibili, e la concorrenza è la regola della casa» spiega e teorizza il serafico Carletto intervenuto anche per spiegare il possibile ruolo nel Milan («da centrale di centrocampo o da laterale»), le zero difficoltà nell’ambientamento («il calcio è una lingua universale») oltre che l’esito di questo discusso matrimonio («forse saremo più utili noi a lui, ma anche se giocasse una sola partita, sarà un evento positivo»).
Allora è forse meglio lasciare parlare il diretto interessato, intervenuto pubblicamente, per la prima volta sull’argomento da Los Angeles, con l’intento di far luce su questo discusso trasferimento. «Considero un vero onore avere la possibilità di allenarmi e giocare con la maglia del Milan» la prima frase pubblica dello Spice boy che sembra fatta apposta per massaggiare l’orgoglio di Adriano Galliani e di tutto il Milan. «Ho avuto la fortuna di militare nei club più importanti dell’Europa calcistica, in Inghilterra (il Manchester United, ndr) e in Spagna (il Real Madrid, ndr), ora posso completare la mia esperienza con il Milan che è il più famoso d’Italia» l’alto riconoscimento reso ai rossoneri. Arricchito da una segnalazione destinata ai suoi campioni, anche qui l’elenco non sembra affatto realizzato a caso. «Poter giocare al fianco di giocatori tra i più forti al mondo come Kakà, Ronaldinho, Seedorf e Paolo Maldini, il numero uno in fatto di record è una grande opportunità che non voglio perdere assolutamente» la conclusione di Beckham, stregato dall’incontro con i big di Milanello. Meglio accoglierlo con una classifica decorosa.

E per questo oggi bisogna fermarsi a Bergamo.

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