Bella lì, ma ora strizziamo i pigiami

Va bene così. Vincere sarebbe stato perfetto, perdere pericolosamente brutto. E dunque via andare, punto in cascina e testa là. A sabato. Aspettative a mille, visto anche l’ottimo stato di salute dimostrato in una trasferta terribile. Illusioni zero, abbiamo già dato. Ci prenderemo quello che il fato bastardo deciderà di portarci in dote. E giù scongiuri, sfregatine, ferro e legno. All’andata le zebre sembravano morte, e le abbiamo fatte resuscitare. Non mi sembrano in grandissima forma nemmeno oggi, ma contro i pigiamini non c’è medicina (ops) o macumba che regga. Ci vogliono i controattributi per inchiodarli alla loro superbia, muscoli e fiato per strizzarli e tenerli alla corda, potenza e pazienza (non i giocatori, anche se...) per ricamare un vestitino d’acciaio intorno alla grigia trimurti offensiva. Mi verrebbe voglia di suggerire un lussuoso e camaleontico 3-5-2 a WAN - tipo Sereni, Natali-Dellafiore-Ogbonna, Abate-Dzemaili-Gasbarroni-Rosina-Rubin dietro Bianchi e Stellone - ma il mister sa il fatto suo e dunque mi taccio (però l’ho detto). Dall’esito del derby (tabelle alla mano) non dipendono le sorti della salvezza, che altri sono gli 1-X-2 da grattugiare sapientemente qua e là fino a maggio.

Però giocare un memorabile match non guasterebbe. Soprattutto perché l’età avanza, quel bastardo di Alzheimer è in viaggio, e le nostre sinapsi sono a digiuno di scintille e granatismo. Servono cuore, cervello e fiori freschi da portare a Superga.

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